C'erano una volta le primarie. Erano la proposta nuova e originale del Pd, il partito del Duemila: apparati snelli, i cittadini al primo posto (i cittadini come arbitri, aveva anticipato negli anni Ottanta l'intellettuale cattolico Roberto Ruffilli). L'idea - il sogno - era quello di aprire i partiti alla società civile, non candidando come in un ideale album di figurine qualche presunto segnaposto delle professioni o delle categorie del lavoro, ma aprendo un grande cantiere nel paese, un cantiere che legasse il Pd (partito nuovo) ai movimenti spontanei, anche a quelli episodici che nascono di volta in volta sui problemi della gente.Sintetizzare (ecco il grande compito della buona politica: la sintesi in avanti) interessi collettivi attivi nel sociale, dare loro forma e gerarchia, metterli in un programma. Candidare con le primarie coloro che i cittadini scelgono, non importa se con poca pratica della vita del partito. Far scegliere il segretario stesso ai cittadini, e gli organi regionali e provinciali. Creare un gruppo dirigente legittimato dal consenso.Un partito forse persino senza tessere, basato sul finanziamento popolare raccolto tra gli elettori, fondato su circoli (circoli, non più sezioni) sempre aperti a chiunque. Un sistema di primarie attivo, ben registrato, messo al riparo da colpi di mano, con regole e arbitri al di sopra della mischia.Una risposta collettiva, dunque, alla crisi della politica del fine Novecento. Alla alienazione di chi se ne è sentito escluso. Alla indifferenza di chi se ne è allontanato. Un rilancio di massa della partecipazione basato sul principio base "io conto", "il mio voto conta". I cittadini che si riappropriano della politica, come cosa "loro", non delegabile a cerchie di professionisti incontrollabili dal basso.Di qui la moralizzazione della politica, la fine degli arrivisti, dei politici che si arrampicano, dei voltagabbana buoni per tutte le stagioni, degli scilipoti e dei caleari di turno. Si sceglie chi già nella società civile ha dato prove, o ha reso testimonianza. Si scartano le figurine dell'album Panini.Un partito moderno, con organi dirigenti che si riuniscono su ordini del giorno pubblici, in pubblico. E che rispondono del loro operato alle assemblee dei cittadini, opportunamente organizzate su problemi specifici.Dibattito aperto su internet, con un sistema di siti sempre attivi.Trasparenza dei redditi degli eletti e dei dirigenti.Fine del sistema della cooptazione per le cariche.E penalizzazione per chi ancora parla di ds e di popolari (e/o Margherita). Siamo e vogliamo essere solo Pd. C'era una volta un Pd così. Ci abbiamo creduto in tanti. Lo abbiamo voluto, molti di noi in nome di quel Pd si sono decisi a fare politica attiva.C'era una volta...O forse no, forse abbiamo solo fatto un sogno.Guido Melis - Parlamentare PD