Associazione
Culturale
IL
PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE PUNTA GIARA BASILIO SULIS HA PRESENTATO
LA XXIV EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE «AI CONFINI TRA SARDEGNA E JAZZ»
Senza
non prima ringraziare i rappresentanti delle istituzioni e gli sponsor (Regione
autonoma della Sardegna, Provincia Carbonia Iglesias, il Comune di Sant’Anna
Arresi, la Fondazione Banco di
Sardegna, il Parco Geominerario Storico della Sardegna, l’International
Association of School of Jazz, L’Illionis Art Council, il Live The Spirit
Residency, la Cooperativa Internazionale America Latina Onlus e la Libera
Universidade Mediterranea).
Presso
la Sede delle Conferenze della Provincia Carbonia-Iglesias in “via fertilia
40”, alla presenza di un folto pubblico, l’Ass.re alla Cultura e allo
Spettacolo Cinzia Micheletti, il direttore dei servizi del Comune di Sant’Anna
Arresi il Sig. Ivo Culurgioni, il presidente del’LUM il Sig Franciscu Sedda e
la presidentessa della Cooperativa Internazionale America Latina Onlus la Sig.ra
Wilma Fulgheri, il presidente dell’Associazione Culturale Punta Giara, prima
di tracciare i pilastri su cui poggerà il progetto culturale della XXIV
Edizione della Rassegna Ai Confini Tra Sardegna e Jazz, ringrazia tutti
rappresentanti delle istituzioni e gli sponsor, inizia a svolgere la relazione
programmatica.
Il
Festival Internazionale“Ai confini tra Sardegna e jazz” cementa il suo
legame con Chicago, culla di un movimento che non finisce di dare impulso al
rinnovamento della cultura musicale. La Windy City è la metropoli in cui il
jazz ha avuto i primi sviluppi dopo l’età dell’oro neworleansiana; è la
città natale di Benny Goodman, “King of Swing”
leader
della prima band multirazziale; è la “sweet home” del grande blues; è la
base da cui prende il volo l’astronave di Sun Ra con le sue visioni cosmiche;
ma soprattutto ha visto svilupparsi “l’avanguardia di Chicago”, cosiddetta
per distinguerla dalla “new thing” dei Coltrane, dei Coleman, degli Shepp.
Più d’un appuntamento in programma dal 26 agosto al 5 settembre nella piazza
del Nuraghe di Sant’Anna Arresi, presentati ieri mattina da Basilio Sulis,
Presidente di Punta Giara, Associazione organizzatrice della Rassegna, palesa la
presenza dei grandi nomi dell’area in questione. A partire da “The Trio”,
proveniente dalla Biennale di Venezia del 2003: Muhal Richard Abrams,
pianoforte, George Lewis, trombone, Roscoe Mitchell, saxofoni. Il primo,
fondatore dell’AACM (Association for the Advancement of Creative Musicians),
cenacolo dal 1965 delle punte avanzate della musica creativa, ha riassunto nel
suo stile raffinato la lezione dei grandi del passato con quella dei moderni.
Lewis è uno dei più radicali improvvisatori, nonché sperimentatore di nuove
sonorità attraverso l’ elettronica.
Quanto
a Mitchell, è uno degli
intellettuali più significativi della scena culturale afroamericana:
polistrumentista (sax, flauti, clarinetti ed oboe) e leader-promotore di
numerose formazioni, su tutte l’Art Ensemble of Chicago, si muove agevolmente
in tutti gli ambiti, dal solo all’ampia formazione. Mitchell ha spazio, nel
cartellone, anche per ‘Cards For Orchestra”: nella formazione, presenze di
spicco – da Nicole Mitchell a David Boykin, da Myra Melford a Greg Ward.
Notevole il Golden Quartet del trombettista Wadada Leo
Smith:
interessato alle culture musicali del mondo, ha sviluppato una teoria musicale
ed un sistema di notazione, per esprimere al meglio il rapporto fra scrittura e
improvvisazione, che chiama “Ankhrasmation. Da non perdere il confronto “a
distanza” fra i chitarristi Stanley Jordan e Jean Paul Bourelly. Virtuoso
dalla tecnica strabiliante, il primo e, per ciò stesso, dallo stile
accattivante: un divo delle sei corde, suonate con accorgimenti anche
spettacolari, con scelte di repertorio che si muovono spesso in ambito
extrajazzistico. Bourelly, chicagoano di di origine haitiana nascita, ha avuto
come prima ispirazione la lezione di Hendrix, da cui poi è partito verso
diverse direzioni, collaborando con Muhal Abrams, McCoy Tyner, Elvin Jones.
Negli anni ’80 ha battuto la strada della contaminazione fra il jazz più
creativo e il rock di ispirazione hendrixiana: più recentemente si è
incaricato di trovare nuove vie nel confronto sempre problematico fra
Afroamerica e Africa. Per quanto concerne la “nouvelle vague” chicagoana,
spicca il nome di Nicole Mitchell, affermata flautista e compositrice. Nella sua
musica gli echi della “Grande Musica Nera”, secondo la visione sintetica
d’impronta AACM: nel suo caso la ricerca delle radici è avvenuta secondo un
percorso “a rebours”, dove il free jazz è punto di partenza. Altra figura
femminile nell’AACM contemporanea è quella di Dee Alexander, dottissima
cantante e songwriter, capace di muoversi dal gospel al rhythm’n’blues, dal
blues al new soul fino alla jazz performance. Il drummer Mike Reed, tipico
eclettico della metropoli dell’Illinois, nel progetto People, Place &
Things rilegge la grande e misconosciuta messe musicale prodotta a Chicago nel
periodo che va dal ’
54
al ’60. Di grande impatto l’etnojazz di “Digital Primitives”, trio con
il sax israelo-newyorkese Assif Tsahar, il batterista chicagoano Chad Taylor; il
polistrumentista – la maggior parte degli strumenti che utilizza sono di
propria fabbricazione – Cooper-Moore. Assai gradito è il ritorno al festival
di Matthew Shipp, che presenta il suo ultimo cd, “Harmonic Disorder”, mentre
uno squarcio del “neo-bop mainstream” della Grande Mela sarà offerto dal
quartetto del tenorsaxofonista Abraham Burton e dal batterista Eric McPherson.
Un confronto fra tre pianisti di recente affermazione: Nobu Stowe, esploratore
delle diverse possibilità della musica improvvisata; Luis Perdomo, che si muove
nell’
ambito
della lezione dei migliori jazz trio; Lafayette Gilchrist, legato alla
dimensione popolare e ritmica della musica afroamericana, dalle forme
tradizionali a quelle contemporanee, senza negarsi scorribande d’impronta funk.
Non mancano i complessi di ottoni: la Hypnotic Brass Ensemble, che proporrà un
saporoso miscuglio di jazz, rock, reggae e hip hop; la Hungry March Band, da
Brooklin, con la sua «scintillante, rovente parata di carne, sangue, acciaio,
ottone e legno», secondo l’autodefinizione. Due gli appuntamenti di
jazz
italiano:
Tribraco, accattivante proposta di jazz rock; il trio Interferenze – Andrea
Massaria, chitarra, Arrigo Cappelletti, piano, Enzo Carpentieri, batteria: tre
docenti dei Seminari “Marcello Melis”
in
programma nei giorni del festival. Altri due set provengono dalle attività
didattiche: “The Binomial Tradition: Chicago And The Avant- garde”, guidato
da Ernest Dawkins, e il New Music Observatory di Lawrence “Butch” Morris.
Carbonia,
19 giugno 2009
Per info: Tel 0781 / 966102 – www.santannarresijazz.it - email puntagiara@santannarresijazz.it