“Abbiamo chiuso la discussione generale sulla manovra di bilancio in una mattinata. La decisione delle minoranze di accelerare al massimo l’iter di approvazione della manovra finanziaria 2009, per non lasciare la Regione, neppure un giorno senza strumenti contabili e possibilità di spesa, è il segno della volontà di fare una vera opposizione. Una opposizione nel merito, non strumentale ma di assoluta sostanza. Del resto stiamo parlando di una finanziaria a “scartamento ridotto” , scarna ed emergenziale, che la stessa maggioranza definisce di transizione verso la prossima manovra di bilancio.
Noi riteniamo però che, in questa manovra, alcune cose vadano comunque confermate ed altre introdotte. Penso agli interventi urgenti anti-crisi di contrasto alla povertà e per la difesa e lo sviluppo dell’occupazione, di cui la proposta è carente. Penso anche a nuovi protocolli operativi per la definizione di un bilancio “reale e non virtuale “ e per il superamento della crescita esponenziale dei residui passivi e per una effettiva accelerazione della spesa. Su questo punto la manovra è totalmente inadeguata.
La prima questione riguarda la conferma del “fondo regionale per l’occupazione” istituito con la finanziaria 2008 e dotato di circa 600 milioni di euro destinati al finanziamento del Piano regionale per l’occupazione; alla stabilizzazione dei lavoratori (circa 400) del sistema dei servizi per il lavoro e sullo svantaggio e delle agenzie per il sostegno allo sviluppo con priorità per i nuovi bacini d’impiego di cui alle Misure POR 2000-2006; al reinserimento occupazionale dei lavoratori - disoccupati e/o assistiti con ammortizzatori sociali - provenienti da stati di crisi territoriale o settoriale e degli operatori della formazione professionale a rischio di licenziamento; alla erogazione di anticipazioni sui sussidi di cassa integrazione o mobilità e per la estensione di interventi di sostegno al reddito ai lavoratori privi di copertura sociale.
La seconda questione riguarda gli interventi di contrasto alle vecchie e nuove povertà, la istituzione di un “fondo regionale di solidarietà sociale”, con una minima dotazione di almeno 100 milioni di euro( combinando al meglio le risorse di provenienza regionale, statale e comunitaria) finalizzate all’inclusione sociale attraverso buone pratiche di formazione permanente e inserimento lavorativo. Così come abbiamo già proposto attraverso la istituzione del reddito di cittadinanza. Inutile dire che riguarda migliaia di famiglie sarde.
La terza questione riguarda la capacità di spesa della Regione. Da decenni approviamo bilanci virtuali. Un bilancio che prevede entrate dal sistema fiscale molto lontane da quelle che lo Stato di fatto trasferisce all’amministrazione regionale. Un bilancio preventivo di “competenza” che mai corrisponde al bilancio “vero” di cassa. Si opera, inoltre, nei limiti stretti del patto di stabilità che impone un tetto - che va annualmente contrattato con lo Stato - che impedisce alla spesa di svilupparsi nella misura prevista. A ciò si aggiungano i ritardi e le inefficienze del sistema amministrativo, un imponente contenzioso che si origina in relazione alle modalità di appalto dei servizi, dei lavori e delle forniture.
Almeno su questi ultimi punti è possibile, oltre che necessario, intervenire. Suggeriamo perciò il migliore utilizzo delle modalità pattizie (il sistema degli accordi) per la definizione dei provvedimenti di spesa e soprattutto la istituzione di una task force per interventi mirati di superamento delle paralisi amministrative e di erogazione immediata delle risorse disponibili, con riferimento alle linee di maggior sofferenza operativa ed organizzativa.
Su queste questioni - principalmente - abbiamo intenzione di avanzare proposte emendative della manovra finanziaria 2009. “ --
Luciano Uras