L'Associazione
Culturale "Madriche" è lieta di invitarvi, dal
19 Dicembre 2008 al 19 Gennaio 2009, alla mostra "Una
Storia di Donne", raccolta inedita di 50 scatti del fotografo
Tano D'Amico.
L'iniziativa ha il contributo del Comune di Nuoro e della Biblioteca
Satta.
L'esposizione avrà luogo presso il Circolo "Madriche", in Via
Convento 50 a Nuoro.
Legata all'evento, si terrà una conferenza il giorno Sabato
20 Dicembre alle ore 18:00, presso l'auditorium della Biblioteca S.Satta,
in Piazza Asproni a Nuoro.
Inaugurazione mostra: Venerdì 19
Dicembre ore 19:00.
Orari di apertura: tutti i giorni (Lunedì escluso) dalle
09:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 24:00.
All' inauguarazione e al convegno sarà presente l'autore.
"Uno scrittore morto alcolizzato diceva che è impossibile vivere con una menzogna. Tutti noi sappiamo che è più difficile ancora vivere con certi ricordi. E allora capita che un intero paese rimuova anni della sua storia. Così è stato per il ’77. Lo leggevo negli occhi delle persone che in quel tempo avevano avuto amici, amori. E per continuare a vivere li avevano rimossi. Mi sono sempre identificato con i rimossi. Ai giovani di oggi, che nelle sere d’estate cercano le storie proposte da ombre che si muovono, vorrei mostrare le ombre dei giovani di venti anni fa. Con le loro storie, distrutte per sempre. Tano D’Amico "Il ’77 lo vedo con tante immagini, con tante facce, con tante espressioni di giovani, ragazzi e ragazze, che non esistono più. Io ho visto che le facce di quel periodo sono scomparse. Sono scomparse forse perché la faccia ognuno se la fa, con le domande che si pone, e quelle domande forse non esistono più almeno formulate in quel modo. E non esistono più le facce del 1977." "Nel caso del 1977 quelle facce sono comparse e scomparse tutte quante insieme". "Devo dire che anche nei luoghi comuni sulla fotografia si parla sempre di immagini rubate, di immagini prese di sorpresa, io devo dire che nel mio caso, e ringrazio tutti, si è trattato sempre di immagini regalate. Cioè che si voleva che fossero fatte". Sottosezione B: FOTO DI GRUPPO "C’è una mia immagine, che ricordo e che mi piace che poi non è una mia immagine, è un’immagine degli altri. Infatti è una foto di gruppo del ’77: allora si vedono delle persone che hanno fatto carriera, delle persone che si sono uccise, delle persone che hanno ucciso, delle persone che si sono tirate via dalla vita…" "Il movimento metteva in piazza le sue feste, metteva in piazza dei momenti altissimi di civiltà, e si mostrava capace di vivere per conto suo, di sperimentare dei modelli nuovi di vita…" "Erano degli amici che si
volevano bene, che non si trovavano bene nel mondo com’era, avevano
delle grandi aspettative e tutti quanti sono proprio scomparsi in
giovane età, cioè non molto vecchi, tutti quanti prima di compiere i
quarant’anni, uomini e donne sono scomparsi. "Era vero che si voleva vivere tutti quanti insieme, mangiare tutti quanti insieme… poi gli assessori che sono venuti dopo hanno copiato quelle feste…" Sottosezione A: FESTE DI MASSA "Cinquantamila persone, sessantamila persone, ad una festa sui prati di Montalto Di Castro, ad esempio, si andava tutti e c’era spazio per tutti, ma non solo per i giovani e per i belli. Si vole… E secondo me solo nei periodo alti della civiltà esistono delle feste per tutti." "Le donne, con i loro volti, le loro vesti, i loro gesti, formavano immagini che non avevo mai visto. Per cancellare quelle immagini è stato usato l’omicidio, la violenza, l’intrigo. Sedevano in cerchio intorno al luogo dove fu uccisa Giorgiana. Piangevano e componevano con i loro corpi immagini che si sarebbero sempre ricordate. Le picchiarono ancora per cancellare quelle immagini." …Lo leggevo negli occhi di chi in quel tempo aveva avuto amici, amori. E per continuare a vivere li aveva rimossi. Sottosezione A: Uomini contro donne "Nelle lotte per scherzo che si facevano, di donne contro uomini. Chiaramente anche allora c’era la guerra che è corso sempre, di donne contro uomini. Ma è vero che li era proprio fatta per scherzo e vincevano le donne. Sempre vincevano le donne. Che rompevano gli accerchiamenti degli uomini, ridendo, e circondando gli uomini, da cui era partita questa offensiva e che rimanevano poi vittime delle donne." "Si commettevano reati perché c’erano delle istanze di cambiamento e quindi si incorreva spesso in piccoli reati, anche per attaccare dei tazebao, per opporsi agli sgomberi." Sottosezione A: Scontri con la polizia "Dovevano essere delle immagini molto ma molto cercate. In cui anche in modo astratto, dalle linee, dai chiari dagli scuri, come per esempio un teatro, sul palcoscenico in un balletto ad esempio, si vede subito chi sono i cattivi e chi i buoni. E così nelle mie immagini si doveva vedere subito a chi doveva andare la simpatia dei lettori, degli spettatori." "E dovevano essere quindi delle fotografie limpide, chiare. Io odio le immagini con le barrette sugli occhi. Quindi dovevano essere delle fotografie in cui si dovesse vedere in un modo chiaro chi erano le vittime e chi i carnefici." "Io mi scandalizzo, rimango male, quando vedo qualcuno che ha vissuto con noi, quindi che ha visto il sangue dei propri amici per la strada, o anche degli altri, ha visto le altre facce della vita e dimentica tutto ciò per essere come gli altri." "Io ricordo moltissime persone, intelligenze brillanti, dei grandi cuori, che quando hanno visto i loro amici morire, si sono tolti via dalla vita." VII SEZIONE – LE CASE OCCUPATE "Nelle immagini che si vedevano, degli occupanti di case, delle persone che vivevano nelle baracche, si vedevano sempre dei volti di brutti sporchi e cattivi. Gli veniva sottratta umanità, dignità, bellezza. E’ un gioco che continua tuttora, quello appunto di usare l’immagine per spingere le persone a vergognarsi della loro stessa vita, e di introiettare delle colpe, che non sono loro, e che li spingono a vivere in un mondo passivo." Sottosezione A: (con bambino che dorme) "Bisogna dire che queste notti c’era sempre spazio per le immagini. Mi ricordo che con il flash potevo fare il giro degli appartamenti, delle stanze, aprire le porte e fare delle foto, e la mattina dopo vedere nelle foto scattate con il flash delle cose che non si potevano vedere col buio, vedere dei bambini che dormivano, delle famiglie intere che dormivano per terra, dei bambini che di svegliavano per il rumore della porta…" "Così anche gli occupanti di case comparivano delle belle persone." "Nel 1977 C’erano delle istanze molto, ma molto maggiori, delle istanze di vita, di reddito." "Quando rifletto su quell’anno della mia vita e della vita degli altri, penso che doveva essere qualcosa di molto importante. Lo è stato, come ho detto, nella mia vita lo è stato, anche amaramente, nella vita degli altri. Perché molte persone hanno sofferto tantissimo, venendo escluse, loro che non volevano escludere." |