Rai e squadristi itineranti
Il
caporione Iannone ha rivendicato l’indisturbato “passeggio” per i cortili
e corridoi Rai di via Teulada, Fiore ha smarcato la sua Forza Nuova dicendo che
non c’entra nulla col blitz, il Pdl sul fatto s’è chiuso in un tombale
silenzio mentre il governo è stato invitato da alcuni deputati del Pd a
rispondere sull’inquietante episodio e sulle successive intimidazioni
telefoniche rivolte alla redazione di “Chi l’ha visto?”
Invece comprensione solidale ai neofascisti della romana Casa Pound, autori
dell’incursione, e intimidazioni non anonime ai giornalisti di Rai Tre sono
venute da alcuni camerati indomiti. Alessandra Mussolini innanzitutto. Forse non
paga dell’ideologia conforme al governo Berlusconi con cui lei stessa duetta,
la nostalgideologia trasmessa dai tiggì Uno e Due più l’intero blocco
Mediaset, la nipotina se la prende con chi “usa il servizio pubblico
radiotelevisivo per istigare alla violenza (sic) contro i ragazzi del Blocco
Studentesco.
Quella trasmissione (“Chi l’ha visto?”, ndr) serve per trovare le persone
scomparse, non per metterne altre nelle mani di facinorosi. Questa è la
dimostrazione che in Rai ci sono sempre più trasmissioni illiberali che violano
ogni tipo di regola, che hanno come ultimo fine quello d’istigare all’odio e
alla vendetta che ha dato corso a reazioni impulsive. “Chi l’ha visto?” si
limiti a fare il suo mestiere perché i cittadini che pagano il canone Rai si
attendono un servizio che è ben lontano da quello reso dalla trasmissione lunedì
sera”.
Gli fa eco l’ex picchiatore missino Gramazio, da anni morbidamente accomodato
sugli scranni parlamentari prima con An poi col Pdl dove ha trasferito, anche
contro alcuni onorevoli colleghi, le pratiche del suo passato manganellatore
“Quanto accaduto nella trasmissione è un episodio gravissimo che ci porta
indietro negli anni durante i quali bastava la divergenza di opinione politica
come pretesto per violenze e condanne sommarie. Presenterò un’interrogazione
urgente al ministro competente nella quale chiederò che sia aperta
un’indagine dettagliata per il reato di istigazione a delinquere”.
Da entrambi non una parola sull’illecita incursione nella sede di via Teulada
del manipolo di Casa Pound né sulle minacce telefoniche, si attua
un’indiretta difesa dei neofascisti ventilando la “giustizia” del gesto
contro la presunta schedatura dei picchiatori del Blocco Studentesco documentata
dai filmati. Costoro sono ormai noti agli inquirenti che potrebbero formulare
addebiti penali per le aggressioni praticate. La giornalista televisiva
Sciarelli, accusata di velleità proscrittive tramite gli stessi telespettatori,
ha fermamente ribadito di non aver rivolto alcuna richiesta simile “Non
abbiamo mai coinvolto il pubblico, mi sono solo limitata a dire: guardate queste
immagini”.
Le facce degli squadristi di piazza possono essere invece vagliate dalla Digos
insieme ai volti degli incursori Rai ripresi (oltre che dal video autoprodotto e
immesso su You Tube con intento propagandistico-celebrativo) dalle camere del
circuito interno dell’azienda. Tutti possono essere facilmente identificati e
denunciati per le azioni violente e illegali commesse.
Basta volerlo. Ma il ministro dell’Interno Marroni, solerte a castigare gli
extracomunitari anche per il solo fatto di esserlo, non ha ancora mosso un dito
e non vorremmo che la stessa magistratura soprassedesse sminuendo i fatti.
L’intollerabile intimidazione verso l’informazione pubblica non ha
precedenti nella storia del dopoguerra del Paese e preoccupa come
all’avanguardismo militante corrisponda l’assalto politico operato dal
premier (anche oggi parlando della vittoria di Obama ha infilato l’ennesima
stoccata contro i giornalisti della Terza Rete non graditi) e quello
“avvertitore” di compare Dell’Utri, senatore esteta e nostalgico.
Quando c’era Lui immagine e discorsi erano italicamente allineati e
romanamente salutati. Nel democratico Pdl c’è chi rimpiange.
Enrico Campofredda - socialpress