Impossibile andare in aula a discutere di legge urbanistica e governo del territorio. Tempi troppo stretti e, in questa fase, troppa confusione nel partito democratico.
Rifondazione Comunista, segreteria e gruppo consiliare, hanno esaminato la legge urbanistica, nel testo definito dalla Commissione Consiliare, individuando diverse importanti questioni da sottoporre alla valutazione comune della maggioranza. E' stata ribadita la assoluta rilevanza, che in questa legislatura, sul piano della affermazione dei valori ambientali del rispetto dei sistemi naturali abbia avuto la legge "salva coste" (legge 8 approvata nel 2004). Una legge che ha detto basta allo scempio portato avanti negli anni da ogni tipo di speculatore egoista, a danno del territorio di tutti. Una legge che ha svolto il suo compito egregiamente, assicurando una efficace normativa transitoria di rigorosa tutela dell'intero patrimonio ambientale, culturale, storico e archeologico dell'isola.
Questa maggioranza deve difendere ciò che ha affermato sin dall'inizio della legislatura: la pianificazione territoriale, paesistica ed urbanistica, sono nella responsabilità e nel diritto dell'intera comunità, e non possono essere più il terreno di scorrerie piratesche di nessun "prenditore", indigeno o d'importazione.
Il PRC - Sinistra europea, ha affrontato i temi della discussione della legge urbanistica e del referendum in una riunione del Gruppo Consiliare, estesa alla intera segreteria regionale, ai segretari delle otto federazioni, agli amministratori locali e ad un ampio gruppo di tecnici della materia. Nella riunione è maturata unanime la consapevolezza che sia impossibile andare in aula a discutere di legge urbanistica e governo del territorio, in questa fase. Tempi troppo stretti e troppa confusione nel partito democratico, per affrontare in modo adeguato, un tema così decisivo per lo sviluppo della Sardegna.
La Comunità regionale ha diritto ad avere un sistema di regole urbanistiche e paesistiche coerente ed efficace ai fini della salvaguardia del territorio. Nessun arretramento e tanto meno una legge urbanistica frettolosa, frutto di perniciosi compromessi con i nostalgici della "deregulation" . Nessun "silenzio assenso" per costruire grattacieli in città, schiere di seconde case e superville sulla costa, capannoni industriali senza industrie. Il PRC sente forte il dovere di potenziare, integrare e migliorare la normativa per il governo del territorio, in funzione di una pianificazione chiara e leggibile, che consenta ai cittadini rispettosi delle regole di realizzare avendo cura dei valori ambientali e culturali della nostra terra. Vanno superati i problemi dovuti ad una gestione contraddittoria e burocratica del PPR, rigettando l'idea del suo smantellamento.
Rifondazione, che ha da tempo presentato una proposta di legge ai sensi dell'articolo 13 dello Statuto di Autonomia per la definizione ed approvazione del "Piano della nuova Rinascita", rilancia difesa e rigenerazione del territorio e dell'ambiente, la rinaturalizzazione dei fattori di produzione, come l'ambito sul quale costruire un originale programma di sviluppo. Ciò nasce dalla consapevolezza che la "nuova cultura ambientale" è il primo prodotto di cui ha bisogno il pianeta per salvarsi.
Rifondazione avverte di essere di fronte ad una battaglia campale, dove si contrappongono due visioni radicalmente differenti: quella della "sinistra", che fonda lo sviluppo sulla centralità e indisponibilità del patrimonio ambientale, bene comune, e quella della destra che concepisce una crescita economica a fini di prevalente profitto individuale, e che non esclude il saccheggio.