Il problema rifiuti non è un
problema solo campano, è una questione globale male affrontata.
Napoli per la sua storia può essere oggi un indicatore prezioso per mostrare
tutto quello che sta accadendo nel mondo, in questo sistema smaterializzato e
disincarnato. Tutto è rappresentato da una economia che investe la vita stessa.
Proprio il materializzarsi dei rifiuti, dei nostri resti, oggi ripropone una
altra visione degli accadimenti.
Si è organizzata una grande
campagna mediatica per diffondere l'idea dell'incenerimento dei rifiuti, le
ragioni della crisi campana sono state individuate nella carenza di "termovalorizzatori",
ma questa crisi è strumentale per convincere della necessità di inceneritori e
così fare dei rifiuti un ulteriore grande affare economico. Ormai si sa che ci
sono tante alternative a questi metodi invasivi e pericolosi, come il
trattamento meccanico-biologico, appositi macchinari che separano la frazione
umida dalla frazione secca a freddo.
Tutta questa non eliminazione di "munnezza", ma produzione di immensi
profitti per pochi ci viene a costare molto più di quanto abbiamo speso per
acquistare gli stessi prodotti. Oltre i danni d'inquinamento per sversamento
illecito, combustione e trasferte.
Gli oltre 14 anni di gestione in regime emergenziale in Campania non hanno
risolto assolutamente nulla, anzi la situazione si è aggravata, per tale motivo
il Coordinamento regionale rifiuti Campania ha voluto fare un appello per
il ripristino della legalità in questa regione.
In questa città in molti non vogliano vivere, senza sapere ne capire, in quello
che è divenuto il contenitore delle discariche d'Europa ed assistere
all'immiserimento della terra; per questo si tenta di diventare dei veri
conoscitori dell'intero ciclo rifiuti: la munnezza la gestisco da me, anche
acquisendo competenza dagli autentici esperti nelle varie materie.
Governo e amministrazioni,
affermano che le loro decisioni vengono prese "per il nostro bene".
Oggi sono tante le donne e gli uomini in Campania che si relazionano tra loro e
con altri vogliono prendersi cura della salute loro e dell'ambiente. Che sanno
pensare in prima persona su quale è il loro bene. Tante/i di noi qui a Napoli
credono che rendersi responsabili dei propri consumi e dei propri comportamenti
offra un rinnovo virtuoso dei beni della terra e una differente relazione tra
ogni essere umano. Sappiamo bene che rendersi responsabili dei propri rifiuti
vuol dire avere conoscenza di tanti argomenti tecnico-scientifici.
Diventa determinante un fare in prima persona tra donne e uomini che pensano ad
una vita collettiva sostenendo un'altra modalità di approccio ai consumi e
credendo nel coinvolgimento di ogni singola persona nel ciclo di produzione dei
rifiuti (che, se reinvestiti, possono diventare un bene comune). Sempre più
avanza un sistema politico che impone di separare chi e cosa ha valore da chi e
cosa non ne ha, ma ciò che è accaduto qui sul nostro territorio, alla vita di
tante/i di noi ci fa apparire il rifiuto, lo spreco rendendo trasparente
l'assurdo nel quale stiamo vivendo.
Terre colte, belle, amate diventano discariche, immonde con tutti i nostri resti
indifferenziati, forse anche resti umani, piene di lecito e illecito, probabile
fonte di devianza ambientale, che ci rimandano anche a tutta la pubblicità di
un mondo lindo, incontaminato. Fino a decretare il segreto di Stato, il
territorio è militarizzato ed ognuna/o è fuori, diventa un resto non partecipe
.
Tutti parlano di salute, di ambiente ed intanto si vorrebbe far diventare discarica una delle cave di Chiaiano. Proprio quella bellissima cava di tufo, pietra porosa color rosso/giallo che, fino allo scorso anno, era considerata uno tra i tanti "monumenti" cittadini che venivano frequentati attraverso bellissime passeggiate con visite guidate. Ora quella cava si vorrebbe riempire (seppellire) di rifiuti. Una cava nel parco dei Camaldoli tra tante altre cave, su una falda acquifera, vicino ad abitazione e ospedali. Proprio questa scelta scellerata mette in luce il reale progetto politico mortifero ed affaristico. Il tema del corpo, dell'amore per la propria terra sono riflessioni che hanno attraversato la tradizione del pensiero di tante donne. È da tempo che il pensiero femminile si interroga sulla bellezza, la sessualità, il desiderio, sull'essere escluse nel mondo, possiamo ben dire sull'immondo, i rifiuti, i resti.
Proprio a partire dalla nostra
esperienza politica, una politica fatta di relazioni, che si rapporta ai corpi
viventi, si può disegnare uno spazio che tenga presente il quotidiano, il
domestico, così da non costruire luoghi di parti, di chi ha valore e di chi è
senza valore. Per questo si può oggi tra donne, per il mondo, valorizzare
l'amore che abbiamo per l'ambiente e per la salute, dove i rifiuti non sono
scarto ma valore aggiunto. Il saper ospitare tra noi anche ciò che appariva
immondo, l'esperienza del quotidiano e della vita domestica ci restituiscono
questa possibilità. Un luogo pubblico aperto a nuove idee ad un'altra
dimensione degli spazi. Per questo sembra rilevante che tante donne oggi vivano
una idea collettiva di bene comune, come le donne 29 agosto di Acerra, che con
tante e tanti discutono di bonifiche delle terre, di differenziata, di
inceneritori e di quali siano le scelte meno dannose, ma anche più inventive
per tutto il loro paese. Ricordiamo le donne di Gianturco che insieme hanno
riscoperto il senso degli affetti per il loro quartiere, che ragionando in
relazione con altre potevano comprendere il perché del loro legame al luogo, a
come subivano il degrado e alla gioia che si poteva provare a credere di
organizzare un habitat più umano. Fino alle donne di Chiaiano, che soffrono
all'idea di vedere il loro quartiere poter stare tanto vicino ad una discarica,
infatti rifacendosi al simbolico delle donne in nero, tutte vestite
rigorosamente in nero, le donne in lutto, hanno ideato delle manifestazione per
rendere visibile il tormento che sentono per le possibili conseguenze di questa
ipotesi sconsiderata.
Le donne in nero di Napoli anche con altre, già è nata una prima rete di donne
di associazioni o comitati: Il gesto responsabile, credono che sia importante
darsi questa possibilità di relazionarsi per pensare ai rifiuti del mondo, alle
tante militarizzazioni della terra.
Abbiamo preso parte ieri 24 luglio, con altre donne, all'incontro promosso dalla
Consulta Femminile della Campania, presenti i rappresentanti istituzionali
generale Giannini e prefetto Chiappucci, delegati da Bertolaso, ai quali abbiamo
chiesto impegni precisi per attuare subito la politica di riduzione degli
imballaggi, già previsto dal D.L. 90. Hanno preso l'impegno di riunire al più
presto intorno ad un tavolo istituzioni, sia governative che regionali e
rappresentanti della distribuzione.
Maria Rosaria Mariniello e
Nadia Nappo
Donne in nero Napoli
Luglio 2008