Tragedia e farsa si mescolano nella storia di “Don Giovanni”, protagonista della celebre commedia di Molière in cartellone da giovedì 14 febbraio – giorno di San Valentino – sui palcoscenici della Sardegna sotto le insegne di M'Illumino di Prosa/ la stagione 2012-13 del CeDAC, nell'ambito del XXXIII Circuito Teatrale Regionale Sardo.
Un capolavoro assoluto – nella mise en scène della Compagnia Gank in coproduzione con il Teatro Stabile di Genova, con la regia di Antonio Zavatteri (che interpreta sulla scena l'affascinante personaggio dell'infaticabile seduttore, attratto dal mistero di ogni donna, aristocratico e generoso, ma anche spietato, e temerario libertino) - “illuminerà” quindi giovedì 14 febbraio alle 21 il CineTeatro “Olbia” di Olbia. La tournée dello spettacolo proseguirà - ancora in Gallura - venerdì 15 febbraio alle 21 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania; sarà poi la volta sabato 16 febbraio alle 21 del Teatro Eliseo di Nuoro e infine domenica 17 febbraio sempre alle 21 “Don Giovanni” approderà al Teatro Garau di Oristano, con tutto il fascino dell'eroe in negativo, messo più tardi in musica da Mozart e Da Ponte.
Figura complessa, ricca di sfaccettature “Don Giovanni” riflette l'immagine di una nobiltà dissoluta e superficiale, dedita al piacere e insensibile ai dolori del mondo; perduto nella sua ricerca dell'ideale femminino, è però uomo d'acuta intelligenza e incline alla filosofia; amante e sposo fedifrago, figlio irriguardoso e ribelle, debitore insolvente, insolente e frivolo, ma coraggioso porta la sua sfida estrema fino al cielo. La sua audacia – e sfrontatezza - nell'affrontare il destino gli costerà cara: durante la fatale cena con il Commendatore, grave del peso delle sue (pessime) azioni e dei suoi delitti, l'avventuriero, conquistatore di donne e bestemmiatore, precipiterà all'Inferno.
Un vero (anti)eroe dunque, pur con una sua cupa grandezza che lo trasforma in archetipo, incarnazione del male e insieme di una ricerca estrema della libertà di pensiero: ben lontano del ridicolo seduttore da farsa della tradizione popolare, il “Don Giovanni” di Molière è un personaggio a tutto tondo, capace di spezzare i cuori e sprezzare l'amore, usare le sue arti di ammaliatore per poi seguire gli impulsi di un cuore incostante, calpestare la pietas e confrontarsi con il divino, per interrogarlo e provocarlo, finché un abisso si spalancherà sotto i suoi piedi.
Fulcro di una vicenda complicata, in cui si interrompono le regole dell'unità di tempo e di spazio, in una geografia dei sentimenti e delle passioni plasmata sulla volubilità dei pensieri e il mutare degli stati d'animo, “Don Giovanni” è pienamente inserito nella temperie culturale, filosofica e perfino politica del Seicento e insieme incarnazione dell'universale condizione umana, in bilico tra spirito e materia e, per insaziabile desiderio di conoscenza, imprigionato nell'eterno dilemma tra fede e ragione.
La regia di Antonio Zavatteri – protagonista sulla scena con Alberto Giusta, Massimo Brizi,
Ilaria Falini, Mariella Speranza e Alex Sassatelli – privilegia la dimensione evocativa, rinunciando a un improbabile realismo e naturalismo, per tratteggiare, sulla falsariga della commedia di Molière, situazioni e personaggi in una meravigliosa – e vertiginosa – giostra delle passioni.
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