La Sardegna custodisce e valorizza avvenimenti che durano da secoli e guarda alle sue tradizioni mantenendo intatto il senso profondo di sacralità e identità. Con la solenne e spettacolare accensione di altissimi falò in onore di Sant’Antonio Abate, oggi prende avvio l’edizione 2013 dell’Isola che Danza, campagna istituzionale di promozione turistica della Sardegna, attivata dalla Regione per valorizzare gli eventi dei primi mesi dell’anno che affondano le radici nella storia isolana: celebrazione dei Fuochi Sant’Antonio, dei Carnevali e dei Riti della Settimana santa.
Cultura, identità e ‘rete’, sono questi gli assi portanti di un’iniziativa che coinvolge complessivamente oltre 160 comuni sardi. Attraverso il coinvolgimento e la collaborazione delle amministrazioni locali si intende mantenere vivo lo straordinario patrimonio ‘immateriale’ isolano, che comprende tradizione, cultura, fede e identità, e creare nuove opportunità di ritorno economico e benefici per le comunità coinvolte. Il coordinamento delle varie attività delle amministrazioni locali e l’animazione di comunità e territori coinvolti sono stati gli elementi caratterizzanti delle prime due edizioni. Lo saranno anche in quella del 2013, insieme alla strutturazione di un’offerta orientata a intercettare ulteriori flussi turistici, anche attraverso la creazione di ‘pacchetti – vacanza’ associati agli eventi dei primi mesi dell’anno.
L’obiettivo dell’Isola che danza è valorizzare in modo organico gli eventi di forte richiamo turistico sul territorio nei primi mesi dell’anno. Il percorso intende favorire processi di destagionalizzazione con ripercussioni positive nel settore dell’ospitalità, della ristorazione, delle produzioni artigianali artistiche e dell’enogastronomia, promuovendo gli eventi in palcoscenici nazionali e internazionali, dove l’appeal dei nostri eventi identitari è sempre attraente. Il piano di comunicazione prevede la promozione alla Bit di Milano e nelle fiere europee di settore, sul sito Sardegna Turismo e su siti web commerciali, su stampa periodica, riviste di bordo, radio, tv e quotidiani nazionali, sui principali mezzi di trasporto (bus e tram) e nelle aree aeroportuali.
Il tradizionale rito dei Fuochi coinvolgerà oggi e domani circa 80 comuni della Sardegna, raggruppati sotto lo slogan coniato appositamente ‘Schintziddas dae su coro’ (‘Scintille dal cuore’). I Fuochi di Sant’Antonio si articolano in diverse modalità: ‘sos focos’ appunto, ‘sas stuvas’, alberi cavi offerti al santo e bruciati in suo onore, o ancora i fuochi che nascono dalle piramidi di frasca (‘sas frascas’), tradizione dei comuni delle costa orientale. Seppure in ciascun centro il rito è celebrato con proprie e originali usanze, le due nottate fiammeggianti uniranno idealmente tutte le comunità aderenti.
Dopo la celebrazione dei Fuochi sarà il turno dei vari Carnevali isolani (‘sos Karrasecares’), dal 7 al 16 febbraio. Ogni comunità isolana (circa 40) celebra secondo i suoi codici, le sue vocazioni e le sue particolarità una festa che affonda le radici sino nell’età nuragica: passione e fascino, forza e mistero, sono i segni che li accomunano. Le maschere de ‘sos Karrasecares’ riscoprono e ripercorrono momenti di vita agropastorale, legati al clima e all’ambiente, scene affascinanti e misteriose che durante la festa rivivono in una stordente euforia. Il cuore pulsante del Carnevale sprigionerà intense suggestioni in tante comunità con le maschere tradizionali (‘Mascheras de su connottu’) o coi carri allegorici (‘Carrasegares alligros’) o nelle celebrazioni che sono interpretazione di un elemento fondamentale del mondo agropastorale, cioè il cavallo (‘su Carrasegare a caddu’). Dal 24 al 31 marzo, con la ricorrenza della Pasqua, sarà il turno del terzo evento dell’Isola che Danza. I Riti della Settimana santa (‘Sa Chida Santa’) animeranno la Sardegna con atmosfere intrise di intenso misticismo, profonda spiritualità e solenne contemplazione.