“Ogni giorno, circa 7400 persone al mondo diventano sieropositive e 5500
muoiono per malattie connesse all’AIDS. Le mancanze nell’attuazione degli
Obiettivi del Millennio, secondo le parole del Segretario Generale delle Nazioni
Unite, Ban Ki-moon, non dipendono dal fatto che sono irrealizzabili o per la
carenza di tempo, ma dagli impegni non attuati, dall’inadeguatezza delle risorse e
dalla mancata concentrazione su di essi”.
Questo è il punto di partenza sul quale si sviluppa la tesi di Stefano Todde, la
quale, dopo un'introduzione alla nascita del virus dell'HIV e alla sua diffusione su
scala mondiale, analizza i casi di due tra i paesi più colpiti da tale piaga: la Nigeria
e il Sudafrica.
All'indagine sociale (le fasce di popolazione colpite, i fattori che permettono
l'epidemia) si affianca l'analisi economica (“AIDS e povertà si alimentano a
vicenda”), politica (spesso i governi sudafricano e nigeriano hanno avuto la
tendenza a negare l'esistenza stessa del virus) e, soprattutto, culturale;
quest'ultima, in particolare, cerca di affrontare i problemi sia della prevenzione
(“non esistono persone a rischio, esistono comportamenti a rischio”), sia
dell'inclusione sociale (i sieropositivi sono spesso emarginati, talvolta persino
accusati di stregoneria) sia dell'indifferenza dei paesi occidentali rispetto alla
questione. Perché quella dell'AIDS non è una tragedia africana, è una tragedia
globale; come scrive l'autore, “l'AIDS è ben più di una malattia che colpisce il
nostro corpo. Non si risolve nel semplice campo della medicina, ma unisce tutti i
livelli della vita dell'essere umano. L'AIDS è in stretta connessione con la sfera
politica, economica, sociale e culturale, e agisce tanto nel pubblico quanto nel
privato, a livello personale, familiare, per raggiungere la comunità, la nazione, e
tutti i continenti”.
Stefano Todde, classe '84, cagliaritano laureato in Scienze Politiche e
collaboratore di UNICEF, firma un saggio che è più che interessante: è necessario.
Il silenzio che, dopo il boom mediatico degli anni '80, è venuto a crearsi intorno
all'AIDS, è semplicemente scandaloso. Ben venga, quindi, un libro che riporti
l'attenzione sull'argomento in modo chiaro, esaustivo e, soprattutto, uscendo
dalla dimensione del singolo per mettere intelligentemente in rapporto dialettico
la questione AIDS con le condizioni economiche e sociali (“la mappa
dell'HIV/AIDS coincide con la mappa della povertà”). Inoltre, è apprezzabile
l'impegno militante, che partendo dall'idea (tutt'altro che scontata) che “l'AIDS
non si combatte con i preservativi” arriva a chiedersi se sia più importante
cercare la cura per i sieropositivi o la prevenzione per i non malati.
Dal punto di vista letterario l'opera è pienamente godibile, senza mai scadere
nello sfoggio di cultura o in pesanti accademismi. L'approccio misto utilizzato è
molto interessante, e la riflessione personale notevole (il che forse è la cosa più
importante). Il lessico è buono e si riscontra nei pensieri dell'autore un certo
coraggio; i temi sono trattati in modo colto ma accessibile.
Caratteristiche del libro:
Titolo: AFRICAIDS
Autore: Stefano Todde
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