“Le norme di contabilità della Regione impongono alla Giunta di predisporre la finanziaria entro il mese di settembre di ogni anno, e di trasmettere tutti i documenti relativi alla manovra di bilancio al Consiglio regionale per la definitiva approvazione entro il 31 dicembre. Nulla di tutto questo è stato fatto, registriamo il ritardo volontario di tre mesi. Presidente e Giunta hanno violato volontariamente la legge. Si condanna la Sardegna ad una ulteriore sofferenza ed incertezza. Si va verso l’approvazione di un esercizio provvisorio con effetti devastanti per la già debole economia regionale. La spesa in dodicesimi fiaccherà ancora maggiormente le possibilità di resistenza del nostro sistema produttivo. Il Presidente e l’Assessore della Programmazione sono irreperibili. Insieme a loro il bilancio per il triennio 2013/2015. Dai dati sulle entrate forniti dal sistema di reportistica della amministrazione regionale è chiara una cosa: 1) che a fronte di oltre 9 miliardi di stanziamenti finali in conto competenza, le entrate regionali accertate sono di 5,7 miliardi, le entrate riscosse sono 5,25 – ovvero 4 miliardi in meno, 2 dei quali si riferiscono a mancate riscossioni sulla parte tributi propri, devoluti e compartecipati ; 2) che in conto residui su 4,9 miliardi di stanziamento e di accertato, il riscosso è di 914 milioni. Ovvero 4 miliardi in meno, 1,5 dei quali si riferiscono a mancate riscossioni sulla parte tributi propri, devoluti e compartecipati.Questo significa che(nel 2012) 3,5 miliardi di fondi propri della Regione sono stati lasciati nelle casse ministeriali per coprire il debito pubblico nazionale. Questo significa che di fatto la previsione statutaria in materia di entrate è sistematicamente disattesa dal Governo con il silenzio complice del Presidente della Regione.La manovra finanziaria 2013 sarebbe dovuta approdare in Consiglio nei termini di legge, essere l’oggetto di una unità sostanziale della Assemblea per la rivendicazione delle risorse che per legge competono alla Regione. Avremo dovuto sfidare unitariamente il Governo. Un impegno di tutte le istituzioni autonomistiche sarde, le forze politiche e sociali, il mondo della cultura e della solidarietà dell’isola per la realizzazione di un grande progetto triennale di opere materiali e immateriali, per il rilancio delle attività produttive e dell’occupazione, per il sostegno alla ricerca e all’innovazione. Tutto questo utilizzando solo le risorse che competono alla Sardegna sulla base delle leggi dello Stato e che sono indebitamente trattenute dallo stesso Stato. La Sardegna ha diritto ad una economia viva, non accetta di gestire l’agonia del proprio sistema produttivo. “
Sinistra Ecologia Libertà