Caro Presidente Cappellacci, mi consenta una domanda: ma è mai possibile? E’ possibile che Lei abbia inanellato nella vicenda Mariani ad Olbia tanti errori, tante (mi perdoni il facile gioco di parole) cappellate? Dunque c’è questo commercialista, mi dicono a Lei legato, che diventa senza colpo ferire prima suo capo di gabinetto, poi presidente del parco di Molentargius, poi liquidatore dell’Osservatorio economico della Sardegna. In febbraio, un po’ a sorpresa, questo signor Mariani viene nominato commissario straordinario del Comune di Olbia. Dico Olbia, presidente, non – con tutto il rispetto – Illorai o Putifigari. Stiamo parlando della terza o quarta città della Sardegna, nervo vitale del sistema dei poteri che contano in Sardegna: aree fabbricabili, piani regolatori, lottizzazioni, coste. Per intenderci, balletti da milioni di euro. Dunque Mariani re di Olbia e Lei che lo incorona. Senonché succede un piccolo incidente, di quelli che a voi del centrodestra capitano spesso: si scopre che Mariani, non essendo dirigente regionale, non ha i requisiti, in base alla legge, per ricoprire l’incarico. Che fare, allora? Lei potrebbe ancora tornare sui Suoi passi, sarebbe in tempo, Presidente, a nominare un altro con le carte in regola. Ma Lei invece fa tutt’altro: promuove sul campo il Mariani dirigente della Regione. Un po’ come Carlo V quando si affacciò al balcone di Alghero e nominò gli astanti “todos caballeros”. Solo che qui il caballero era uno solo. C’è sempre un cavillo, nel diritto, che consente di realizzare il suo rovescio: Lei si convince che in qualità di ex responsabile dell’Osservatorio economico il Mariani può ben transitare nei ruoli della Regione. E in quanto dipendente della Regione “transitato” può ben essere promosso dirigente. Certo, una carriera lampo; ma, insomma, può anche starci.Peccato però che l’incarico all’Osservatorio fosse a tempo determinato, e dunque non consenta di considerare Mariani come “dipendente regionale”. Ma Lei, Presidente, niente, imperterrito sulla Sua strada. Mariani resta commissario straordinario di Olbia. Un commissario davvero straordinario, se mi consente: 1) perché non ha i requisiti; 2) perché la sua breve attività sarà ben altro che ordinaria amministrazione. Delibere su delibere, adottate magari un po’ in fretta. E non sempre – pare – tutte adamantine. Poi tutto precipita. Le elezioni che incombono, il centrodestra che le perde, gli avversari che conquistano la roccaforte inespugnabile. Il principale difensore del fortilizio, però, non c’è già più. Se l’è data per così dire a gambe, dimettendosi anzitempo. Poco ardito forse, ma certo prudente, dato il suo status palesemente illegittimo. E così in queste ore il nuovo Consiglio comunale deve porre rimedio al disastro. Siamo alla fine, caro Presidente. Ed io Le domando: ma c’era bisogno di intestardirsi tanto? Di fare lo slalom tra le norme? Di disapplicarle, persino? Vede, Presidente, la politica soffre oggi di una grave crisi di legittimazione. La gente non ne può più. E’ convinta che sia tutto un gioco d’affari, nel quale l’interesse pubblico soggiace agli interessi privati dei soliti noti. Le domando: sostenendo tanto a lungo un commissario privo di requisiti, Lei crede davvero di aver difeso l’interesse pubblico? Guido Melis (Deputato PD)