CHI SIAMO Siamo cittadini, donne e uomini liberi che da anni si battono per una gestione dell'acqua che sia pubblica, partecipata e democratica. Negli ultimi anni, con impegno, lavoro e passione abbiamo difeso l'acqua dagli speculatori, dal mercato e dagli interessi. In tutti i territori sono nati comitati locali, fino a formare una rete viva e attiva in tutto il Paese. Questo è il popolo dell'acqua, inclusivo, vivace, propositivo. Sul nostro percorso abbiamo incontrato associazioni del mondo cattolico, ambientalista, agricolo e dei consumatori, sindacati, reti di movimento e Enti Locali. Insieme abbiamo promosso i referendum per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Siamo in tanti e con l'aiuto di tutti possiamo riprenderci l'acqua. La vasta coalizione sociale rappresentata nel Comitato Promotore e le realtà riunite nel Comitato di Sostegno sono consultabili sul sito www.acquabenecomune.org COSA VOGLIAMOVogliamo restituire questo bene essenziale alla gestione collettiva, per garantirne l’accesso a tutte e tutti e tutelarlo come bene comune. Vogliamo un nuovo modello di pubblico, basato sul controllo democratico e la partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali. PERCHÉ UN REFERENDUMPerché l’acqua è un bene comune e un diritto umano universale. Un bene essenziale che appartiene a tutti. Nessuno può appropriarsene, né trarne profitti. L'attuale Governo ha invece deciso di consegnarla ai privati e alle grandi multinazionali. Noi tutte e tutti possiamo impedirlo, sostenendo oggi la campagna e votando 2 SI quando, nella prossima primavera, saremo chiamati a decidere. E’ una battaglia di civiltà. Nessuno si senta escluso. PERCHÉ DUE QUESITIPerché vogliamo eliminare le norme che in questi anni hanno spinto verso la privatizzazione dell’acqua. Perché 20 anni di politiche neo-liberiste hanno trasformato un diritto in una merce, a beneficio di privati e multinazionali, a scapito della qualità del servizio. PRIMO QUESITO: “Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione”. Fermare la privatizzazione dell’acqua. Si propone l’abrogazione dell’art. 23 bis della Legge n. 133/2008, cosi come modificato dall'art.15 del decreto 135/2009 (c.d. Decreto Ronchi) relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici locali, compreso quello idrico. Abrogare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal Governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese. SECONDO QUESITO: “Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma”. Fuori i profitti dall'acqua. Si propone l’abrogazione dell'art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente) limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico sia determinata tenendo conto dell’“adeguatezza della remunerazione del capitale investito”. Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si elimina il “cavallo di Troia” che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici: si impedisce di fare profitti sull'acqua.