“I dati trasmessi dalla Ragioneria generale (…) danno un quadro veramente preoccupante, se non disperante, dell’utilizzo che la Regione fa delle proprie disponibilità.”Serve “coraggio e coesione, ma anche forze politiche che rigettino le vecchie e personalistiche pratiche speculative della polemica politica. Che rigettino una politica concentrata a confermare se stessa, ad acquisire qualche frammento di percentuale di consenso in più. La nave rischia di affondare e l’equipaggio è impegnato a lucidare gli ottoni. Altro che galleggiamento.(…). I dati sulla spesa regionale sono terribili. Peraltro, anche annunciati. Il nostro sistema sociale ed economico non può tollerarli, soprattutto oggi di fronte alla crisi epocale che investe l’Europa e l’intero Occidente industrializzato e che si abbatte nei confronti di realtà deboli e arretrate come quella sarda con la forza devastante di un uragano.Del Bilancio 2010 su 9 miliardi e 800 milioni (competenze)si sono spesi solo 1.324 milioni, con meno di 2,5 miliardi di impegni adottati. E questo nonostante la tempestiva approvazione della manovra finanziaria entro lo scorso 31 dicembre.Sul conto residui di 7 miliardi e 800 milioni, che sostanzialmente dovrebbero riferirsi a obbligazioni giuridicamente perfezionate e ad impegni legittimamente adottati, si è speso ancora di meno, circa un miliardo.A favore della strategia della conoscenza, dove sono ricomprese l’istruzione e il lavoro, abbiamo speso la gran cifra di 16 milioni di euro; per ambiente e salvaguardia del territorio 64 milioni, per i sistemi produttivi meno di 22 milioni, mentre per la sanità e l’organizzazione amministrativo burocratica oltre 1 miliardo e 100 milioni. Non solo poca spesa ma anche male assortita. Allora di quale eccesso di spesa pubblica si parla? Di quale indebitamento reale? Di quale insufficienza di risorse finanziarie, per affrontare i temi della crisi dell’occupazione e della disoccupazione crescente, soprattutto giovanile e femminile? Del diffondersi di nuove e vecchie povertà? Avevamo la sensazione, (…), che la spesa andasse a rilento. Purtroppo invece è assolutamente bloccata. L’apparato amministrativo immobile non si preoccupa affatto della comunità che deve servire, così ponendo le basi per la sua stessa dissoluzione.”Rilanciamo “ con forza tre questioni:1) la immediata costituzione della commissione di inchiesta, per la quale già si è espresso unanimemente il Consiglio Regionale, sulla mancata applicazione delle leggi regionali, in particolare di quelle finanziarie e di spesa, al fine di individuare le ragioni dell'anomalia amministrativa; verificare se vi siano motivazioni di ordine tecnico e/o organizzativo, se si siano determinate violazioni di legge e se vi siano specifiche responsabilità gestionali;2) sviluppare la discussione sul progetto di legge collegato come si trattasse di un provvedimento di emergenza, per il potenziamento e l’accelerazione della spesa, finalizzando la stessa spesa, prioritariamente, ad affrontare la crisi produttiva e occupazionale. Non rinunciando, inoltre, ad introdurre modalità operative e sistemi automatici di pulizia del bilancio da improbabili promesse che alimentano i residui;3) l’avvio di una interlocuzione istituzionale e politica con lo Stato e l’Unione Europea, che coinvolga l’Assemblea Consiliare, per la ridefinizione di procedure e limiti per la Sardegna del patto di stabilità e crescita.” Gruppo Comunisti, la Sinistra Sarda, Rosso Mori