Caro Presidente,
Avevi fatto una campagna elettorale convincente e coerente,
nella quale hai sempre ripetuto la necessità, e anche il dovere istituzionale,
di condividere ogni scelta con i territori. Esattamente quello che per quattro
anni e mezzo non ci siamo stancati di contestare alla gestione del
centrosinistra, drammaticamente centralista e sorda alle istanze della
popolazione sarda.
Oggi come allora, ancora crediamo che tu non abbia perso né
l’entusiasmo, né la voglia di cambiare l’approccio e la gestione della politica
nell'interesse di tutti. Tuttavia, in questo inizio di legislatura l’invito al
confronto richiestoti, spesso è rimasto inascoltato.
La gravissima mancanza di rappresentatività, in seno alla
Giunta Regionale, della gran parte dei territori, ha contribuito ad allontanare
i nostri conterranei dall’interesse della cosa pubblica e maggiormente dalla
nostra proposta politica.
Siamo andati a promettere snellimento burocratico,
decentramento amministrativo e facilitazioni per la piccola impresa
e all’artigianato. Ma, ad oggi, abbiamo assistito a un mero passaggio di carte,
da noi già fortemente contestate, accumulate dalla Giunta precedente.
Ci siamo battuti come leoni contro il tiranno del
centrosinistra, in favore dello sviluppo urbanistico concertato con le comunità
locali e nel pieno rispetto dell’ambiente. Tuttavia, ci troviamo a essere
l’ultima Regione del nostro Paese che ancora discute del Piano Casa, e
assistiamo in commissione Urbanistica all’approvazione di
emendamenti integralisti nella fascia compresa tra i 300 e i 2.000 metri dalla
battigia. Ma c’è di più: la Giunta sta ancora mantenendo in vita quella
diabolica norma sull’intesa che permette alla Regione, con assoluta
discrezionalità, di concertare da sola con l’imprenditore la possibilità di
edificare o meno; negando di fatto certezza di diritto nell'interesse generale e
norme chiare e trasparenti applicabili alla generalità degli imprenditori.
Abbiamo assistito a manifestazioni di piazza e a forti
contrapposizioni istituzionali nei confronti dei tagli all’istruzione e alla
formazione professionale, e oggi, con ostinazione, state approvando il piano
preparato e approvato dall’esecutivo precedente.
Ancora: abbiamo combattuto con tutte le forze contro i tuoi
predecessori perché ci fosse una reale svolta sulla realizzazione delle
infrastrutture. Invece constatiamo che la tua Giunta, non appena insediatasi, ha
prima ritirato il Par-Fas (Programma attuativo regionale sui fondi per le aree
sottosviluppate) approvato dal centrosinistra e già inviato a Roma, salvo poi
ripresentarlo nel mese di settembre con limitatissime e inconsistenti modifiche.
Un fatto, questo, che ha comportato in primis la quasi impossibilità per la
nostra Isola di accedere ai fondi Nazionali FAS, essendo gli stessi già stati
assegnati in gran parte alla Sicilia. In secondo luogo, quei pochi finanziamenti
che la Regione è riuscita a portare a casa, potrà spenderli soltanto dopo
l’approvazione del Piano da parte del ministero dell'Economia nonché del Cipe.
La gravità della situazione economica e sociale dell'Isola ha
bisogno di risposte immediate e improntate a un nuovo approccio politico che ci
faccia sentire tutti protagonisti del nostro sviluppo.
Tanti altri, come me, hanno voglia di lavorare e di dare
risposte concrete in tempi certi alla nostra popolazione. Tutti insieme dobbiamo
creare le condizioni per arrivare a un reale cambiamento della Sardegna.
Voglio anche credere che, d’ora in avanti, i territori avranno
l’attenzione che meritano da parte della Regione.
Settimo Nizzi