E' stato rinviato al 4 agostoil processo alla giornalista sudanese LubnaAhmad Hussein che rischia 40 frustate per aver indossato i pantaloni,tenuta considerata "indecente" secondo i canoni islamici e che tresettimane fa è costata una pena analoga ad altre dieci donne vestite allostesso modo che si trovavano con lei in un locale a Khartoum.
Lubna Ahmed Hussein
KHARTOUM - E' stato rinviato al 4 agosto il processo alla giornalista sudanese Lubna Ahmad Hussein che rischia 40 frustate per aver indossato i pantaloni, tenuta considerata "indecente" secondo i canoni islamici e che tre settimane fa è costata una pena analoga ad altre dieci donne vestite allo stesso modo che si trovavano con lei in un locale a Khartoum.
"Le autorità mi hanno detto che devo comparire davanti al giudice - ha annunciato ieri la giornalista che scrive per il giornale di sinistra Al-Sahafa e lavora per la missione delle Nazioni Unite in Sudan (Unmis). "E' importante che la gente sappia quello che accade", ha aggiunto la donna chiedendo ai colleghi di essere presenti quando sarà frustata. "Mi daranno 40 frustate e mi imporranno una multa di 250 sterline sudanesi", circa 80 euro, ha aggiunto.
Stamani la corte l'ha convocata per chiederle se intendeva avvalersi dell'immunità o rinunciarvi e andare a processo. La giornalista ha detto di voler dare le dimissioni da funzionaria dell'Onu, rinunciare quindi all'immunità ed essere processata: l'udienza è stata fissata al 4 agosto.
La giornalista era stata fermata dalla polizia il 3 luglio mentre si trovava al ristorante insieme ad altre donne perché indossavano i pantaloni. Dieci di loro erano state convocate dalla polizia due giorni più tardi e ciascuna di loro aveva ricevuto dieci frustate. Lei e altre due sono state segnalate alla magistratura per essere processate. In vista dell'applicazione della sentenza, la giornalista sudanese ha distribuito 500 inviti a suoi colleghi e politici del paese affinché assistano di persona alla fustigazione.
"Le autorità mi hanno detto che devo comparire davanti al giudice - ha annunciato ieri la giornalista che scrive per il giornale di sinistra Al-Sahafa e lavora per la missione delle Nazioni Unite in Sudan (Unmis). "E' importante che la gente sappia quello che accade", ha aggiunto la donna chiedendo ai colleghi di essere presenti quando sarà frustata. "Mi daranno 40 frustate e mi imporranno una multa di 250 sterline sudanesi", circa 80 euro, ha aggiunto.
Stamani la corte l'ha convocata per chiederle se intendeva avvalersi dell'immunità o rinunciarvi e andare a processo. La giornalista ha detto di voler dare le dimissioni da funzionaria dell'Onu, rinunciare quindi all'immunità ed essere processata: l'udienza è stata fissata al 4 agosto.
La giornalista era stata fermata dalla polizia il 3 luglio mentre si trovava al ristorante insieme ad altre donne perché indossavano i pantaloni. Dieci di loro erano state convocate dalla polizia due giorni più tardi e ciascuna di loro aveva ricevuto dieci frustate. Lei e altre due sono state segnalate alla magistratura per essere processate. In vista dell'applicazione della sentenza, la giornalista sudanese ha distribuito 500 inviti a suoi colleghi e politici del paese affinché assistano di persona alla fustigazione.
(29 luglio 2009)