È il sogno di ogni uomo di potere: un pozzo senza fondo di risorse da cui attingere. Da spendere per appalti a trattativa privata e assunzioni senza l’obbligo di passare dai concorsi pubblici. È il potere assoluto, il governo del re Sole, legibus solutus, sciolto dalle leggi. Come il Parlamento viene svuotato da decreti e voti di fiducia, l’atto di governo si riduce a un’ordinanza. La parola dice tutto: un ordine imperativo, in deroga alle norme vigenti, applicato da un commissario. Per fare qualsiasi cosa. Costruire strade, piscine, fogne, case, alberghi, inceneritori. Per assumere illustri consulenti, collaboratori a progetto e precari a tempo determinato. Per finanziare la Chiesa cattolica e i potentati locali. Di ogni segno politico. La figura che detiene questo potere assoluto è il capo del dipartimento per la Protezione civile Guido Bertolaso. Chi lo concede è dio Silvio Berlusconi. Tra il 2001, quando Bertolaso è stato nominato capo della Protezione civile, e i primi 5 mesi del 2009 la Presidenza del consiglio dei ministri ha varato 587 ordinanze emergenziali. Di queste, solo una parte fa riferimento a calamità naturali: terremoti, alluvioni, smottamenti.
Nel lungo elenco c’è di tutto:
meeting religiosi, eventi sportivi, viaggi pastorali di ben due pontefici. E un
lungo elenco di calamità prevedibili: carenze idriche, emergenze traffico,
degrado dei beni culturali, presunti pericoli legati all’afflusso turistico,
all’immigrazione, al terrorismo islamico. Vertici internazionali e grandi
eventi previsti da anni. Nessuno è in grado di sapere quanto l’affiatata
coppia Berlusconi-Bertolaso sia riuscita a spendere: nelle ordinanze spesso non
è determinato alcun limite di cassa. left, però, è in grado di fare una
stima. Tra il 3 dicembre del 2001 e il 30 gennaio del 2006 la Presidenza del
consiglio ha varato 330 ordinanze. Di queste, abbiamo gli stanziamenti di un
campione di 75 ordinanze, pari al 22 per cento del totale. Valgono
1.489.675.921,73 euro, quasi un miliardo e mezzo. Non si tratta di un campione
rappresentativo. Ma si può comunque fare una stima. Nei 5 anni presi in
considerazione tramite ordinanze di Protezione civile, in spregio a qualsiasi
norma sugli appalti e le assunzioni, potrebbero essere stati spesi 6,5 miliardi.
Se si amplia il calcolo al totale, 537 ordinanze in otto anni e mezzo, fa 10,6
miliardi. Certo sufficienti a costruire un blocco di potere indistruttibile.
Segreto e sciolto da qualsiasi regola.
Per gli appassionati di agiografia, San Giuseppe da Copertino
è certo una figura centrale. Gli si attribuiscono svariati miracoli, si dice
che chiamasse la madonna “mamma mia” e che nei suoi frequenti momenti di
estasi spiccasse il volo. A quattrocento anni dalla nascita
dell’indimenticabile mistico pugliese, le spoglie sono state mostrate nella
piazza centrale della sua città natale, 25mila abitanti in provincia di Lecce.
Un evento di tale importanza ha suscitato l’intervento del presidente
Berlusconi e del suo fido scudiero Bertolaso. Ordinanza 3.356, del 14 maggio
2004. Concessione dei poteri straordinari al sindaco del Paese, in deroga a otto
leggi vigenti. Agosto e settembre 2007, pellegrinaggio a Loreto denominato
“Agorà dei giovani italiani”. Un’ordinanza nomina Commissario al grande
evento Guido Bertolaso: in deroga a 37 articoli del Codice degli appalti
pubblici e al contratto collettivo nazionale dei lavoratori potrà spendere 2
milioni di euro della Protezione civile, 3 stanziati dalla Regione Marche.
Meglio giocare d’anticipo: Bertolaso è già nominato commissario per il
congresso eucaristico nazionale previsto ad Ancona dal 4 all’11 settembre del
2011, 200mila euro da impiegare a suo piacimento. Ma è probabile che gli
stanziamenti non bastino. Nel precedente congresso eucaristico, svoltosi a Bari
nel 2005, l’ordinanza 3.420 stanziava 3 milioni di euro con i quali la
Protezione civile ha potuto riqualificare «strade e piazze interessate
dall’evento».
Guido Bertolaso è uomo pio. Sin dai tempi del Giubileo del 2000, quando fu
vicecommissario. Col dipartimento che presiede, non perde un viaggio di papa
Benedetto XVI: visita pastorale a Cagliari del 7 settembre 2008, 100mila euro;
visita a Savona e Genova, maggio 2008, 250mila euro; vista ad Assisi, 17 giugno
2008, 200mila euro; 250mila euro per il viaggio del Papa a Brindisi e
Castrigliano del Capo, nel giugno 2008.
Con un’ordinanza, la 3.565, Varese ha potuto costruire il
nuovo collegamento stradale tra la S.s. 342 “Briantea” e la S.s. 233
“Varesina” con interconnessione alla S.s. 344 di “Porto Ceresio”. Ossia
una nuova tangenziale. Costo dell’ordinanza 7 milioni di euro, varati per i
mondiali di ciclismo del 2008. Grandi lavori sul lungomare di Trapani nel 2004:
in occasione della preregata velica dell’American cup, la Protezione civile ha
consegnato nelle mani del suo capo Bertolaso 62 milioni di euro. Un’ordinanza
si può fare su tutto: il transito dei Tir a Messina, che per raggiungere i
traghetti da sempre soffocano il centro della città, è un buon motivo per
nominare un commissario; così il traffico veicolare a Catania, Trieste e
Gorizia, Reggio Calabria, Napoli, Roma, Milano. Persino gondole e vaporetti
della laguna di Venezia giustificano emergenza e poteri straordinari. Poteri
spesso concessi direttamente ai sindaci, che così hanno potuto indire appalti
in totale libertà, senza alcun controllo da parte dei Consigli comunali.
Risolvendo i problemi legati alla costante diminuzione degli stanziamenti
pubblici con una “regalìa” del presidente. È un’emergenza anche «l’eccezionale
afflusso turistico» nelle isole Eolie, che è noto, vivono di turismo. E il
degrado dei siti archeologici di Roma e Pompei, affidati alle cure di Bertolaso
con uno stanziamento sottratto al ministero dei Beni culturali. Fino agli
incontri internazionali, tutti calendarizzati con ampio anticipo: il vertice
Nato Russia, il semestre italiano di presidenza europea, la firma della Carta di
Roma, il G8 della Maddalena, trasferito, appena in tempo per evitare un
figuraccia, a L’Aquila. In ogni caso il Codice degli appalti risulta sospeso.
Così la Protezione civile si è trasformata da strumento di previsione,
prevenzione e coordinamento nella gestione delle calamità naturali in un grande
ente appaltatore. Fuori da qualsiasi controllo. Escluso quando ci mette mano la
magistratura, come accade a Roma per i mondiali di nuoto, a Catania per
l’emergenza traffico, a Napoli per l’emergenza rifiuti.
La ristrutturazione della Protezione civile è uno dei primi
atti che il presidente Berlusconi compie appena insediato, nel 2001. La riforma
Bassanini (legge 300 del 1999) l’aveva resa un’agenzia indipendente,
comprendente i Vigili del fuoco e il Servizio sismico nazionale. E sottoposta al
controllo della Corte dei conti. Nel settembre del 2001, per decreto,
l’Agenzia viene cancellata e la Protezione civile diventa un dipartimento
della Presidenza del consiglio. Nel decreto, all’articolo 5 bis comma 5, si
estende il potere di ordinanza «alla dichiarazione di grandi eventi (…)
diversi da quelli per i quali si rende necessaria la delibera dello stato di
emergenza». I dirigenti che criticano la proposta vengono subito rimossi. Tra
questi, Roberto De Marco, allora direttore del Servizio sismico nazionale, tra i
massimi esperti italiani di terremoto «allontanato senza motivazione - ci
spiega - perché vittima dello spoil system», poi dichiarato incostituzionale
dalla Consulta. Il Servizio sismico, negli anni precedenti, aveva lavorato
benissimo. Aveva preparato un documento capace di prevedere le conseguenze di un
terremoto sul territorio italiano con ottima approssimazione, grazie a
un’attenta analisi delle condizioni geologiche del territorio e della stabilità
degli edifici. Bertolaso chiude il servizio tecnico, lo trasforma prima in un
ufficio del suo dipartimento, poi lo retrocede a servizio, cancellando la sua
autonomia. Il breve intermezzo di Prodi non cambia lo scenario. La stessa fine
fa l’ufficio opere pubbliche. Si preferisce appaltare all’esterno la
progettazione dei lavori, come accade a L’Aquila oggi (ordinanza 3.757 del 21
aprile). L’ufficio viene cancellato con un Dpcm lo scorso luglio. «Tutto
appaltato all’esterno. Per esempio le verifiche di agibilità, cosa essenziale
per permettere il rientro degli abitanti nelle case, prima era affidata a
tecnici degli enti locali, che noi contribuivamo a formare. Ora è stata
esternalizzata. Ma il vero problema è che la prevenzione è stata ridotta. È
stata sostituita dall’intenzione di usare il principio di straordinarietà per
qualsiasi cosa, snaturando uno strumento precedentemente dedicato solo alla
soluzione delle emergenze. I risultati, in questi anni, non sono certo stati
brillanti. Mentre le ordinanze contribuiscono alla militarizzazione del
territorio, come accade a Napoli. Questa logica potrebbe essere usata anche per
il nucleare, sottraendo ambiti importanti al controllo democratico», spiega De
Marco.
Sulle ordinanze, infatti, i due organismi di controllo dello
Stato - la Corte dei conti e la Corte costituzionale - non possono intervenire.
La Consulta può essere chiamata in causa solo nel caso di un conflitto di
attribuzioni tra enti locali e Protezione civile: evento assai raro, dato che il
dipartimento si muove spesso con un ricco gruzzolo di monete d’oro da gestire
insieme a sindaci e prefetti; i magistrati contabili, invece, non ritengono «che
tali atti rientrino tra quelli obbligatoriamente soggetti al controllo
preventivo di legittimità», scrive il senatore Mario Gasbarri nella relazione
di un disegno di legge teso a portare a più miti consigli il general contractor
“Protezione civile”. Eppure i magistrati contabili avevano aperto
un’indagine nel 2004, nella quale veniva contestato un aumento delle spese
della Presidenza del consiglio dai 2,9 miliardi previsti a 4,1 miliardi. Forse a
causa, scrive la Corte dei conti, di un «rilevantissimo stanziamento di
competenza e una correlata autorizzazione di cassa per le quali, a causa della
mera denominazione del fondo sinteticamente denominato “per la Protezione
civile”, non è agevole dedurre specifiche finalizzazioni». Sulla Protezione
civile, sempre nel 2004, l’allora commissario per il mercato interno dell’Ue
Frits Bolkestein apre una procedura d’infrazione: «Nella maggioranza delle
centinaia di ordinanze varate negli ultimi 4 anni dal Presidente del consiglio
dei ministri non è ravvisabile una condizione di estrema urgenza». Con la
conseguenza di «bypassare la normativa italiana di trasposizione delle
direttive comunitarie in materia di appalti e concessioni», scrive l’ex
commissario Ue in una lettera al ministro Frattini.
Nel bilancio 2009 il dipartimento per la Protezione civile
spende 1.486.574.961 euro. Per emolumenti accessori al personale interno e
distaccato, per gettoni di presenza, stipendi e assegni per il personale assunto
con contratti “privati” in conseguenza delle ordinanze, si stacca un assegno
da 9.135.000 milioni di euro. Solo 35 milioni vengono spesi per «studi,
indagini e rilevazioni per la prevenzione e previsione di calamità naturali».
Costa 158 milioni l’«acquisto, manutenzione, riparazione, leasing, noleggio
ed esercizio dei mezzi aerei», i canadair antincendio, appaltati a una società
esterna, la Sorem. Questo per quanto riguarda le spese correnti, pari a 183
milioni. Ma il grosso del bilancio della Protezione civile, invece, deriva dal
pagamento dell’ammortamento di mutui contratti dalle Regioni per affrontare
eventi calamitosi: 1,1 miliardi. Soldi per gestire le calamità, grandi eventi e
per spese “straordinarie” di personale. Poco o nulla, invece, su «previsione
e prevenzione», il primo compito del dipartimento, secondo le legge del 1992
che ha istituito la Protezione civile. Meglio intervenire dopo, quando il danno
è già fatto. E cominciano gli appalti.
12 giugno 2009