Faccio alcune considerazioni sulla crisi economica e sociale del nostro paese, l’Italia. Quando c’è in corso una crisi, il paese dovrebbe chiamare a raccolta, tutte le sue forze, tutti i suoi cittadini affinché collaborino per superarla. Il governo, che ha le maggiori responsabilità, dovrebbe riunire e consultare tutte le forze del paese, non escludendone nessuna, dovrebbe cercare di unire, per fare fronte meglio alle difficoltà esistenti, non dividere, come purtroppo sta avvenendo, nei confronti dell’opposizione e di alcune organizzazioni sindacali.In questo momento delicato e difficile, c’è veramente bisogno delle idee e energie di tutti, lasciando da parte gli interessi particolari, guardando a quelli generali. C’è bisogno di una grande collaborazione, di responsabilità, di trasparenza, per sviluppare, tutti insieme, le strategie migliori per fare ripartire l’economia italiana e superare le difficoltà sociali.Le istituzioni a qualunque livello, sia nazionale che locale, devono contribuire a rendere più efficienti aziende ed enti, sulla produttività e sulla qualità dei servizi, eliminare gli sprechi, fare la propria parte per combattere l’evasione fiscale, dedicare una maggiore attenzione ai cittadini più bisognosi.Perfino le società ed organizzazioni sportive, gli enti pubblici e privati, la rai e mediaset, le aziende, dovrebbero darsi una calmata e gestire gli stipendi con maggiore responsabilità. Per dirigenti, presentatori, allenatori, calciatori, conduttori di programmi televisivi, la crisi economica sicuramente non esiste, con i loro stipendi d’oro; neanche per quei personaggi che hanno ville lussuose sparse per l’Italia. Non è possibile, cari cittadini, stare a guardare e stare zitti su queste cose, dal mezzo di una crisi economica e sociale seria come quella che stiamo vivendo. Ci sono tanti allenatori, giocatori di calcio, piloti di automobili, di motocicletta, dirigenti, presentatori, personaggi dello spettacolo, che prendono fior di milioni di euro l’anno; poi ci sono lavoratori dipendenti, magari anche precari, che non arrivano a mille euro al mese di stipendio. Poi la cosa che fa veramente star male, è il sapere che tantissimi pensionati “vivono” con 500 / 600 euro al mese, veramente da fame.Mi chiedo dove è la coscienza civile e sociale del nostro paese. Quando c’è in atto una crisi cosi seria, c’è bisogno del contributo di tutti, proporzionalmente al proprio reddito.E sappiamo poi che la crisi non è ancora arrivata al suo massimo livello. A partire dal governo in carica, dovremmo tutti rimboccarci le maniche, coinvolgere subito tutte le forze sociali, elaborare un piano straordinario anticrisi, dove ci dovrebbero essere più stanziamenti per ammortizzatori sociali, disoccupazione, cassa integrazione, precariato, pensioni e salari per i lavoratori; si dovrebbero aumentare le detrazioni fiscali, fare lotta seria all’evasione fiscale (per pagare meno e pagare tutti) e per ricuperare soldi e diminuire le tasse. Per i dirigenti, salari più contenuti, diminuzione delle tasse a partire dai ceti medi a quelli più in basso, maggiori investimenti nella sicurezza, sulla difesa del territorio e dei posti di lavoro, sui trasporti, investire di più anche nelle energie pulite alternative, per la salvaguardia dell’ambiente.Ora un invito: tutti insieme diamoci da fare, da protagonisti non da spettatori, con le nostre azione, con le nostre proposte, le nostre idee, al servizio del paese, con coscienza e responsabilità, per superare la crisi, ma anche per costruire una società più equa, più solidale, più giusta, più sicura, nell'interesse comune.Francesco Lena - Bergamo