Ho seguito con estremo interesse il commento dell’on. Gasparri circa le potenzialità turistiche della Sardegna orientate sulla fascia costiera e mi pare che abbia le idee più chiare di quelle di Soru che niente ha fatto se non ingessare qualsiasi prospettiva futura secondo la logica prevalente di imbalsamare e immobilizzare lo sviluppo turistico, arrestandone una naturale dinamica di crescita attraverso lo strumento demagogico, rigido e irragionevole per eccellenza come il piano paesaggistico. Il risultato è che chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato e la Sardegna, tra breve, sarà ridotta a un’oasi faunistica per pochi esemplari tutelati e privilegiati, mentre una quantità enorme di turisti, rispettosi dell’ambiente, prenderà altre rotte. Mi occupo da anni di progettazione e di turismo e so che la risorsa costa-mare va tutelata, certo, ma nella maniera giusta.Faccio l’esempio del territorio di Siniscola e Orosei, e più specificatamente del comparto di Berchidda e Bidderosa, un luogo straordinario ma completamente abbandonato alla propria sorte da una politica talebana, cieca e chiusa ad ogni possibile trasformazione, ostinata a negare qualsivoglia iniziativa anche se attenta alle esigenze della natura e del paesaggio. Una politica assurda e sciocca, di una sinistra fanatica e obsoleta.Personalmente potrei proporre una soluzione che ritengo interessante e che può rappresentare un semplice orientamento ma che potrebbe anche tradursi in qualcosa di più concreto. E per onestà intellettuale non voglio spacciarla come un’idea originale posto che dal 2001 è presente un autorevole esempio nella media valle del Sinai progettato ed elaborato tecnicamente dall’ingegnere israeliano Moses Roggenberg e che, secondo i dati della TADAUNPA (Turistic and Demoscopic Agency of United Projections Act) l’agenzia di studio della congiuntura turistica del ministero delle politiche di sviluppo della striscia di Gaza, ha prodotto un incremento di presenze turistiche in quel territorio pari a circa il 400% negli ultimi sette anni. Si tratta di un’idea semplice e geniale al contempo, un’intuizione che parte da un concetto fondamentale: perché non amplificare, portandolo a un livello collettivo e condiviso, un momento di benessere individuale godibile, di solito, tra le mura domestiche? Orbene, Roggenberg ha preso a modello un sanitario a larga diffusione, la vasca idromassaggio, e lo ha trasfigurato in qualcosa di concettualmente democratico e socialmente utile, sintetizzando questa straordinaria intuizione nel progetto della “idrovasca irrigatoria a temperatura variabile per comunità e territori”. La realizzazione concreta dell’opera, che ha visto l’apporto sinergico della Jacuzzi spa e del governo israeliano, è una straordinaria opera di ingegneria idraulica sistemata tra le rocce del bassopiano di Betlemme, che nella stagione invernale accoglie migliaia di visitatori e nella stagione estiva fornisce una dotazione idrica all’attività agricola, con la capillare irrigazione degli orti e frutteti della Jiammaria. Perché, mi chiedo, una cosa simile non potrebbe essere fatta a Berchidda e Bidderosa? Perché il Soru-pensiero non lo permette, ecco perché.Tecnicamente si tratterebbe una enorme vasca di alcuni ettari, riempita di acqua del mare parzialmente desalinizzata e frullata per creare l’effetto “minerale”, completamente interrata e retrodunale, schermata da più file di alberi tecnologici, cioè dotati di fronde fotovoltaiche per l’accumulo e il riutilizzo di energia pulita e concepita con accorgimenti di mitigazione strategica. Mi chiedo: sarebbe più o meno impattante del museo di is mirrionis qualora venisse realizzato?Una struttura simile associata, la butto là, a un piccolo santuario, pescherebbe oltreché nella fascia turistica ordinaria, anche nella comunità dei credenti, il tutto con un impatto sul paesaggio praticamente nullo e un ritorno notevolissimo in termini economici. Si pensi solamente quante unità lavoro potrebbero essere occupate stabilmente e quante stagionalmente, anche in prospettiva di attività escursionistiche correlate alla pesca, alla caccia e all’agricoltura. 

Grazie per l’ospitalità Peppe Peddio