Andare incontro «alle necessità di chi è debole e indifeso, segnato da precarietà e da insicurezza, emarginato, escluso dalla società». A loro «va data prioritaria attenzione». Più chiaro di così. Ancora una volta, il Papa chiede attenzione e accoglienza per gli immigrati, e sollecita interventi, che finora però sono stati disattesi. Il governo rema infatti in direzione decisamente contraria, immaginando addirittura una 'raccolta punti' per avere il permesso di soggiorno (proposta della Lega). O per sposarsi. Disposizioni che dovranno essere vagliate dal Parlamento, ma che finora hanno incontrato scarse resistenze.Nel Messaggio per la 95esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato presentato Benedetto XVI invece chiede ben altro: «Come non farci carico di quanti, in particolare fra rifugiati e profughi, si trovano in condizioni difficili e disagiate?», si domanda il Papa. «Come non andare incontro alle necessità di chi è di fatto più debole e indifeso. A loro - prosegue Benedetto XVI - va data prioritaria attenzione poiché, parafrasando un noto testo paolino, 'Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio».Da qui l'invito affinché la Giornata Mondiale del Migrante, che si celebrerà il 18 gennaio 2009, «sia per tutti uno stimolo a vivere in pienezza l'amore fraterno senza distinzioni di sorta - ammonisce il Pontefice - e senza discriminazioni, nella convinzione che è nostro prossimo chiunque ha bisogno di noi e noi possiamo aiutarlo» A denunciare l'atteggiamento di «discriminazione, xenofobia e razzismo» è anche monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e degli Itineranti, secondo il quale «praticare la solidarietà, tradotta in gesti quotidiani, significa oggi imparare che l'amore per il prossimo in un mondo interdipendente, globalizzato, riveste dimensioni globali. Lo straniero è il messaggero di Dio - continua Marchetto - che sorprende e rompe la regolarità e la logica della vita quotidiana, portando vicino chi è lontano». Ciò che è stato fatto invece, attraverso mirati proveddimenti, sono «tentativi di impedire ai rifugiati l'ingresso nei Paesi di arrivo e nell'adozione di misure destinate a renderlo più difficoltoso, quella che io ho chiamato, recentemente, tendenza al ribasso, e non "gioco al ribasso"». Misure - ha sottolineato Marchetto, che «si caratterizzano per la erosione degli standard umanitari e l'introduzione di norme restrittive, quali l'obbligo del visto di ingresso, nonché la pubblicazione di liste di cosiddetti 'Paesi sicuri'». Per questo, ha lamentato, «il quadro si fa preoccupante, specialmente se consideriamo una rodata Legislazione internazionale che era, è, di sostegno e protezione ai perseguitati». Quanto alla proposta del permesso di soggiorno a punti, proposto dalla Lega, monsigno Marchetto ha sottolineato che la norma «appena presentata nel pacchetto di sicurezza è vaga». Ma in attesa di chiarimenti e correzioni osserva che «la Chiesa cattolica ha una sensibilità particolare per alcuni aspetti che riguardano i matrimoni, e anche per la questione seria delle cure e dell'assistenza sanitaria». E soprattutto la sua pastorale vuole che ci si rivolga «a rifugiati, richiedenti asilo e profughi come a una persona, impedendo di considerarlo/la un caso, un numero o una mera ragione di lavoro».Anche tra le associazioni che hanno istituito un tavolo di lavoro nazionale sulle politiche dell'imigrazione e la xenofobia - Arci, Acli, Caritas, Libera, Comunità Sant'Egidio, Seconde Generazioni e altre, in tutto una ventina di sigle - serpeggia molto malumore sull'ultima proposta della Lega del "permesso a punti". Per ora la proposta sarebbe contenuta in un emendamento al decreto sicurezza presentato dalla Lega, ma che finora non ha ottenuto un appoggio vero dalla maggioranza e dal governo, secondo quanto risulta anche dalle dichiarazioni del ministro alle Pari Opportunità Mara Carfagna. A dare voce alle dure critiche del mondo dell'associazionismo è Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione per l'Arci. «Non ho letto il testo della proposta che è stata annunciata sui giornali - dice - ma mi pare che anche questo "permesso a punti" vada nel senso di un restringimento delle maglie della regolarizzazione. Mi pare che si voglia farlo sembrare simile al meccanismo che c'è negli Stati Uniti per l'ingresso. in questo caso però riguarderebbe chi ha già un titolo di soggiorno nel nostro paese, rendendo più complicato e soggetto a continue verifiche il rinnovo. Si tratta dunque di un ennesimo attacco al processo di integrazione che lo Stato dovrebbe invece favorire, con il risultato di mettere in dubbio e di fatto criminalizzare anche gli immigrati che sono riusciti a regolarizzarsi». Anche per il responsabile dell'Ufficio immigrazione del sindacato, Pietro Soldini, la proposta della Lega non è altro che «un'idea balzana» che segna «un ulteriore peggioramento di provvedimenti già sbagliati e punitivi». «I provvedimenti proposti dal Governo sul tema dell'immigrazione sono normalmente sbagliati, improntati ad uno spirito punitivo nei confronti dei lavoratori immigrati - afferma Soldini - ma è ormai prassi sistematica che questi provvedimenti, nel passaggio al Parlamento, vengano ulteriormente peggiorati da emendamenti della Lega e non solo, così smaccatamente razzisti, astrusi e provocatori che fanno pensare ad una strategia di depistaggio. Una sorta di gioco di squadra per cui si avanzano ipotesi scioccanti sulle quali si concentra il dibattito, per poi far passare come male minore o accettabile i provvedimenti del Governo».
