Caro Geom. Abele Peddio,
siamo felici di aver ricevuto una sua. Temevamo, sì, insomma, di esserci liberati di lei per sempre.
Le sue lettere, profonde e meditate, toccanti addirittura, stimolano la riflessione, e, talvolta, perfino commuovono.
La visione della politica, così come da lei prospettata, è solo in parte condivisibile. Non capiamo infatti da dove zampilli quella marcata venatura di ottimismo che insozza il suo scritto.
Ma no, ma no …, scherziamo.
Benché stimolati, però, purtroppo ancora non possiamo parlare. Come nostro costume, ad ogni cambio di amministrazione ci sentiamo moralmente obbligati ad almeno sei mesi di ritiro monastico claustrale, chiusi in un riflessivo silenzio. Ciò al fine di consentire a quelli che saranno i nostri bersagli preferiti un po’ di tempo per prepararsi e organizzarsi; altrimenti sarebbe una lotta impari e non ci divertiremmo.
Attualmente stiamo quindi riflettendo.
Alcune cose comunque le possiamo dire, senza rompere il voto.
Se è vero che la politica è servizio, resta solo da definire se è servizio reso a sé stessi o agli altri.
Mentre da un esame superficiale potrebbe sembrare che si tratti, principalmente, di un servizio reso a sé stessi, dall’indagine più specifica e approfondita si evince che è proprio così.
Caro Abele, come ben sai, questo argomento è il nostro cavallo di battaglia.
Non da ieri sosteniamo infatti che, non solo gli incarichi politici, e/o comunque di nomina politica, dovrebbero essere prestati a titolo gratuito, ma, per posizioni di particolare rilievo come consiglieri regionali, sindaci, presidenti di enti, consorzi (Consorzio Satta, Consorzio Industriale, Consorzio Govossai per citare i maggiori) i prescelti dovrebbero addirittura loro versare un mensile all’amministrazione di competenza.
Si otterrebbe così il duplice effetto di non dissanguare, anzi, di rimpinguare le casse pubbliche e di ammettere alle cariche pubbliche solo chi ha sincera vocazione.
Dobbiamo dire che questa nostra proposta, sulla quale stiamo seriamente pensando di raccogliere delle firme per farla diventare Proposta di Legge, non ha finora riscosso molto successo. Per onestà dobbiamo anche aggiungere che all’interno della redazione c’è stato un voto contrario, mascherato nel buio dell’urna. E purtroppo non siamo ancora riusciti ad individuare la mano.
La sua lettera ci ha forse dato la spinta decisiva verso la concretizzazione dell’ambizioso progetto, e perciò noi tutti (una esclusa) le siamo grati. Glielo diciamo qui, in attesa di dirglielo pubblicamente.
Intanto la lasciamo alla lettura del numero post-estivo (pre-autunnale). Come al solito, si tratta di un numero sui generis, tutto vignette e stupidaggini, perché d’estate anche noi andiamo al mare e così pure i nostri collaboratori.
Come ciliegina (per chi piace) pubblichiamo alcuni stralci dal poema buffo, inedito, di Michele Papandrea (proprio quello di Via Papandrea) scritto nel 1904. Può darsi che, tutto intero, ve lo regaliamo per Natale.
Il prossimo numero serio (se così si può dire) di Nuoro Oggi sarà in edicola nella seconda metà del mese di novembre.
Nel frattempo potete visitare, comodamente seduti in poltrona, il sito internet www.nuorooggi.it.