Gli squilibri che si creano in una famiglia quando due genitori si separano, il senso di vuoto e di disgregazione che investe i figli, anche quando hanno l’età per comprendere certe situazioni, è l’argomento del nuovo libro scritto da Marinella Giordanu e Shara Rocchigiani che porta il titolo “Stato di famiglia” (Artigianarte editrice, Cagliari 1999).
Le due giovani autrici nuoresi, laureate in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, non sono alle prime armi.Hanno già pubblicato nel 1998 il romanzo “Un pomeriggio qualsiasi” e ora ci propongono questo nuovo lavoro dove affrontano una problematica che investe numerosissime famiglie: la lacerazione alla quale non si riesce a far fronte, il disagio interiore dei figli che vorrebbero capire e approvare certi comportamenti, ma poi, davanti alla nuova situazione che si viene a creare, specialmente quando in famiglia manca la madre, sulla quale ci si era abituati a scaricare ogni responsabilità, la vita si complica oltre misura e i giovani, nonostante le aperture mentali e le affermazioni di libertà a cui ciascuno ha diritto, sono i primi a risentire dell’assenza di colei che a casa provvedeva alle loro necessità.
Subentra subito la difficoltà di autogestirsi e si tramuta ben presto in tensione e in rancore verso chi li ha abbandonati.
Ma la situazione non è facile neppure per il marito.La presenza dell’amante non riesce a colmare il vuoto lasciato dalla moglie, e anch’egli, come un bambino, si rende conto che non è facile fare i conti senza colei che nella casa reggeva gli equilibri e risolveva i problemi familiari.
Questo l’argomento trattato dalle due giovani scrittrici, con serietà e acume, scavando a fondo nei meandri della psiche, evidenziando le debolezze e le reazioni, i risentimenti e le ambiguità.
Un libro assai interessante per chi ama il romanzo psicologico e vuole comprendere le tragedie consumate in segreto, le reazioni inconsce e il logorio interiore che si crea quando si verificano determinate situazioni.
Un romanzo che fa riflettere perché pone dei problemi di non facile soluzione, data la variegata gamma dei casi.
Il libro, molto curato graficamente, reca nella copertina un’immagine assai significativa: “La vita” di Picasso. È stato scritto con impegno, scegliendo come argomento una situazione in cui tante famiglie oggi si ritrovano, con un linguaggio asciutto e chiaro, dove ogni parola ha un peso e un significato preciso: “L’attesa cadeva dai pensieri.Si veniva a creare una solitudine devastante, quasi si fosse trattato di una morte fisica.Iricordi, come tanti capillari, si ramificano per le stanze e lungo il viso di ciascuno per riversare a fiotti il vuoto”.
Bastano queste poche frasi per dare l’idea del linguaggio adottato.Il linguaggio più consono per la scrittura d’un romanzo psicologico.
