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Un titolo molto manifesto
 
Il gioco di parole, anche quando è inconsapevole, non è mai fine a se stesso, intrattenimento tout court, inutile calembour. Il gioco, anzi il giocare con le parole, in quanto dinamica intellettuale, è tecnica oltrepassante, è cioè una modalità di pensiero che presenta vie d’uscita inaspettate e insospettabili per il suo sviluppo. La direzione dell’esistenza quando non è data (a chi?) a priori, si nasconde negli interstizi e negli angoli più inconsueti della ragione e del buon senso. Dire che è un esercizio puro e semplice potrebbe ingannare: ogni analisi produce una sintesi successiva, una rielaborazione dell’esperienza. Il gioco di parole trae la sua fortuna, molto probabilmente, dall’essere vissuto proprio come un fatto dell’esperienza. E infatti la comunicazione quotidiana offre, nella sua accidentalità, situazioni in cui il gioco di parole contribuisce al contesto dei significanti e dei significati in cui cerchiamo la ragione del nostro esserci. Jean Paul Sartre in una lettera del 1940 a Simone De Beauvoir scriveva: “Sapete che lavoro ho fatto oggi? Ho cercato parole (o combinazioni di parole) di 10 lettere, tali che la stessa lettera non sia contenuta due volte in ogni parola”. Per arrivare ai giorni nostri i praticanti del gioco di parole - non i praticanti occasionali, ma quelli che ne hanno fatto uno stile di vita e di pensiero - sono tantissimi. Quello di Umberto Eco è il più comune a tutti, anche perché ai giochi di parole ha dedicato libri. La fortuna di libri come “Sfiga all’OK Corral”, il grande gioco dei titoli, diretto da Stefano Bartezzaghi, testimonia la crescita di interesse per la parola ludica. Merita di essere citato anche il recente libro di Alessandra Berardi e Daniela Rossi, “Ragazze non fate versi” (che segue all’altro fortunato titolo della Berardi “Rime tempestose”), esempio di poesia comica femminile che sui giochi di parole centra la sua forza comunicativa. Il gioco di parole ormai ha dilagato: si pensi anche al teatro di Bergonzoni, e senza avventurarci nel mondo della pubblicità, oggi molti titoli di giornali, quotidiani e riviste, puntano sul gioco di parole capace di essere incisivo nella misura in cui il trucco moltiplica. Proprio al quotidiano, anzi a un quotidiano, vogliamo dedicare questo spazio. Il Manifesto, che ancora oggi e non per caratura ludica si autodefinisce “quotidiano comunista”, ha rinnovato diverse volte in questi anni la grafica e l’impaginazione. Non solo. L’apertura della prima pagina presenta una grande immagine che investe l’attenzione del lettore e un titolo che spesso agisce sui registri dell’ironia e del gioco. Può essere utile allora fare un viaggio attraverso alcuni titoli di questo 2000, consapevoli del fatto che l’assenza dell’immagine penalizza tantissimo la forza comunicativa del titolo. I titoli rinomati del manifesto dimostrano come il gioco di parole sia ormai una tecnica di comunicazione di grande forza espressiva (e persino sottilmente persuasiva). La saga dei titoli sui referendum inizia l’8 gennaio quando D’Alema assicura che il governo non sarà neutrale sui referendum: il titolo è STA’ BONINO. I referendum antisociali dei radicali forse potranno compiere il miracolo di resuscitare la sinistra: EMMA DEI MIRACOLI (11 gennaio). E Cofferati e la sinistra interna DS spinge perché il partito aderisca ai comitati per il No: LA PROVA DEL NO (15 gennaio). A maggio arriva l’appuntamento alle urne e si vota per i sette referendum di Pannella-Segni-Fini: I SETTE SATANICI (21 maggio). Quando muore Craxi il titolo gioca con una tradizione di battaglie politiche contro il leader socialista: NON LO DIMENTICHEREMO. Si moltiplicano i giochi di parole nei titoli dedicati al caso Haider, il leader di destra e razzista che a gennaio ha preso il potere in Austria: HEIL HAIDER (27 gennaio); in seguito alle prese di posizione dei maggiori leader politici europei: MARCIO SU VIENNA (2 febbraio); Wolfgang Schussel riceve l’incarico per portare alla guida dell’Austria i neonazisti di Jorg Haider: DOTTOR SCHUSSEL E MISTER HAIDER (3 febbraio). Quando il cancelliere Schroeder allarga il discorso affermando che “Se in Italia tornassero al governo i neofascisti, l’Unione europea dovrebbe intervenire”, persino Veltroni e D’Alema difendono Fini: ALLEANZA NAZIONALE (18 febbraio). Il World gay pride turba fin da gennaio il sonno del Vaticano: IL PREGIUDIZIO UNIVERSALE (29 gennaio). Quando Berlusconi reagisce con durezza al divieto di spot elettorali il Manifesto titola SPOT VIOLENTI (9 febbraio). La scuola e l’ex ministro Berlinguer sono fonte di grande ispirazione poetica: LA STRAMBATA (13 febbraio) titola sulla marcia indietro del ministro per il “concorsone dei meritevoli”. Il 17 febbraio del 1600 Giordano Bruno moriva sul rogo e nello stesso giorno del 2000 gli insegnanti scioperano contro le gabbie salariali: MAESTRI CATTIVI. Quando la parità scolastica è legge: ...UNA SCUOLA BUIA E TEMPESTOSA (2 marzo). Tutti in coda per votare nel paese capofila dell’islamismo sciita: SCOPPIO D’IRAN (19 febbraio), in un gioco letterale riuscitissimo. Confusione a sinistra per la candidatura di Bassolino alle regionali in Campania: CADUTI IN BASSOLINO (25 febbraio). Antonio D’Amato conquista la presidenza della Confindustria: IL PEGGIO CHE AVANZA (10 marzo). Meno cacao e più grassi vegetali nel futuro della cioccolata: CACAO MERAVIGLIAO (16 marzo). A Legnano una famiglia macedone muore bruciata nella sua casa, una ex fabbrica; a Napoli due quarantenni polacchi muoiono bruciati nella loro casa, un vagone del treno: ORRORE ACCIDENTALE (19 marzo). In una terra che non conosce pace, Israele, il papa parla di conciliazione religiosa e invita a deporre le armi: TU SCENDI NELLE STALLE (22 marzo). Un anno dopo la “guerra umanitaria” dell’Alleanza atlantica il fallimento è quasi totale: NATO IN KOSOVO (24 marzo). Geniale il gioco di parole sul cambio di potere nella Russia del dopo Eltsin: ZARPUTIN (26 marzo). La guerra lo ha riempito di veleni e sotto i pochi ponti rimasti il Danubio scorre ancora: FORZA DI PULIZIA (1 aprile). Elezioni e scarsa memoria delle vittime della Shoah in Israele ispirano il titolo del 6 aprile: RINVIATI NELL’URNA. La nave elettorale di Berlusconi sbarca a Venezia (9 aprile): IL CAVALIERE SMASCHERATO. Berlusconi prepara con Bossi i piani segreti per il Polo Nord e D’Alema offre a Pannella e Bonino un’alleanza liberal-liberista PATTI ALLA DIAVOLA (11 aprile). I due patti elettorali ispirano anche il titolo del 15 aprile: AFFINITÀ ELETTIVE. Quando Ciampi incarica il famigerato dottor sottile, Giuliano Amato, IL MAL SOTTILE (22 aprile). Il pattugliamento navale del Canale d’Otranto causa una nuova tragedia: A MARE ARMATO (6 maggio). L’ultimo titolo è dedicato alla vicenda delle carceri apertasi a Sassari: CODICE A SBARRE titola sulla rivolta che dilaga anche nelle altre carceri italiane (7 maggio). N
NUMERO /3
Anno 2000, n. 3
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