Nel momento in cui ci accingiamo a salutare il Commissario con un caloroso “a non rivederci”, cominciamo anche ad interrogarci sulle scelte che siamo chiamati a fare, sulle prospettive aperte per questa Città, per questa Provincia.
Avevamo sperato che il tempo disponibile fino alle elezioni potesse essere utilizzato per accorciare il distacco, sempre più clamorosamente ampio, tra partiti e cittadini; per scegliere insieme le persone; per fare insieme i programmi, ciascuno nel proprio ambito politico, per evitare di ripetere errori di cui è ancora fresco il ricordo.
Purtroppo così non è stato.
Lo dimostra l’affanno dell’ultima ora con il quale sono state rabberciate le liste, e, soprattutto, la scarsa importanza data ai programmi, quasi come se l’orientamento sulle cose da fare in un comune sia un optional irrilevante e sostanzialmente uguale per tutte le forze in campo.
Se poi chi scrive proviene da una lunga permanenza nella sinistra (una volta si diceva militanza) ed ha dovuto assistere, e tuttora assiste, alla deriva neppure tanto lenta dei propri riferimenti ideali (comuni a tanti, poi) verso forme degradate di gestione del potere, alla inguaribile speranza di redenzione subentrano delusione, senso di impotenza, e, perché no, perfino rabbia.
Per spiegare con un esempio: tutte, indistintamente, le forze in lizza hanno parlato di valorizzazione del Monte Ortobene. Su tale assunto ogni elettore di buona famiglia non può che pensare: “bene! Era ora.”.
L’elettore di destra sarà portato a pensare che si tratta di antropizzare l’Ortobene, lasciando all’iniziativa privata la decisione se sostituire i lecci con case o con alberghi o qualcosa di comunque simile.
L’elettore di sinistra penserà che tutto sommato si tratterà di insediare un campeggio e sfruttare la natura così com’è.
L’elettore di centro penserà ad una via di mezzo tra queste due.
Purtroppo nessuno di loro ha la certezza di averla pensata giusta.
Insomma, ci si prepara un altro calvario.
Un elettore di sinistra non può consolarsi con le corbellerie altrui.
Vedi, per esempio, il manifesto di Forza Italia “No ai brogli Difendi il tuo voto”.
È un modo oscurantista di intendere la propaganda ed il confronto con gli avversari. Quasi che si abbia a che fare non con persone della stessa società civile, ma con un guazzabuglio di lestofanti pronti a tutto, anche a truccare nascostamente e velocemente le schede. Cioè, ciascuno degli avversari di questa destra è un potenziale, anzi, comprovato imbroglione.
Ma per carità, signori. Cerchiamo di riportare la competizione elettorale su un piano di reciproco rispetto, pur nella diversità.
Perché la diversità c’è, esiste, è manifesta. Magari bisognerebbe avere la capacità ed il coraggio di renderla evidente per tutti.
Nuoro Oggi ha cercato in questi anni di dare un contributo. Forse avrebbe potuto fare di più. Forse, per le sue forze ha fatto anche troppo. Come al solito, sentendoci inadeguati anche per una difesa d’ufficio: “ai posteri l’ardua sentenza”.
Sull’argomento, fra le tante lettere ricevute ne abbiamo scelto una, di cui non condividiamo l’impostazione e il contenuto, che per certi versi non capiamo, ma che pubblichiamo come spunto per riflessione e discussione: Nuoro Oggi non è, né vuole essere, un partito politico; è soprattutto un giornale che svolge, nel suo piccolo, un’azione di critica costruttiva.
La lettera è di Graziano Mereu (già Consigliere ed Assessore al Comune di Nuoro).
“Sulle elezioni amministrative del 2000, “Nuoro Oggi” mantiene un basso profilo, ha perso la grinta del ’95, quando l’imperativo era di cambiare. Ricordo ancora gli attacchi di gusto agro nei confronti dei gruppi e singoli consiglieri uscenti, e la lotta per un cambiamento della politica cittadina, con l’irruzione della “società civile”, il dibattito sul P.R.G. e sul pericolo di una approvazione della bozza nelle ultime sedute.
Cinque anni sono trascorsi, si va a nuove elezioni senza analisi dei risultati, dei ritardi e degli errori compiuti da una maggioranza di centrosinistra, nessun richiamo al commissariamento della città.
I Partiti si presentano cambiati, moltiplicati e divisi, dei programmi non si sa niente, la divisione non è su questo, bensì sui nomi del primo cittadino e del presidente della provincia, poche persone decidono su chi dovremo votare.
Caro Gianni Pais non hai niente da dire? Non ti senti responsabile di questa confusione?
Non credi che si poteva utilizzare un percorso diverso, per individuare il sindaco e contemporaneamente la squadra da presentare con forza alle elezioni, sulla base di un programma condiviso, era un modo per uscire dalla palude dei veti incrociati e dei nomi gettati allo sbaraglio, era una battaglia per la democrazia contro una scelta oligarchica.
La mancanza di apertura ha portato ad una aridità di idee, a un approfondimento dell’essere partito di governo senza commettere gli errori che altri prima hanno commesso.
Questa è una lotta mancata, perché è stata tarpata la discussione all’interno del maggior partito, non voluta tra gli altri anche da chi si riconosceva anche nella tua rivista.
Aver contribuito a distruggere la discussione all’interno del P.d.s. è un grave errore che “Nuoro oggi” si trascinerà per molto tempo.
Non sono ottimista”.
Neppure noi. Comunque, sul nostro sito Internet www.nuorooggi.it potete scegliere il sindaco in anteprima. Votate. Votate.