Ho letto su “L’Unione Sarda” del 13 aprile scorso l’intervista rilasciata da Maria Giacobbe su Nuoro, sua città natale.
Mi è gradito congratularmi con la famosa scrittrice non soltanto per la fondatezza delle sue risposte, ma, in particolare per la battuta, sintetica e decisa con la quale apre il suo discorso: “Nuoro, brutta, senza criterio, senza anima”.
Non è difficile intravedere nelle parole di Maria Giacobbe uno struggente sconforto nel registrare il degrado della sua città nonché l’immenso amore nel rendere quel degrado chiaro e palese (pubblico) fuori da ogni indulgere a gratuiti, salottieri accomodamenti di maniera. L’intervista mi suggerisce il titolo di cui sopra, certamente non all’altezza della battuta della scrittrice e di fare brevi considerazioni per segnalare come il disinteresse e l’approssimazione (direi incuria) delle Amministrazioni (il Potere) si sposino, indissolubilmente, con una sorta di menefreghismo della cittadinanza che appare appagata, miseramente, dal possedere la doppia casa, la villetta al mare, la cantinetta e dal guidare costose, ingombranti automobili, queste ultime usate per lo più ad esibendum, e le prime ad bibendum. L’appagarsi, carico di boria è causa non trascurabile, sotto molteplici aspetti, della limitazione di veri e costruttivi rapporti umani e sociali all’insegna della libertà, della parità, del rispetto, autenticamente intesi. Non è del resto chi non percepisca come ciò conferisce al capoluogo nuorese l’immagine di una desertica e soffocante atmosfera di chiusura, di tristezza, di torpore, di conformismo che predispone all’aggressività, al pettegolezzo, rozzo e pesante e all’uniformità, bloccando possibilità di crescita di rinnovamento, specialmente da parte di chi dovrebbe promuoverli.
Spesso sulla bocca di alcuni abitanti ricorre, purtroppo con fatalistica, atavica rassegnazione, la frase: “La nostra Nuoro sta morendo”.
Significativo il richiamo dell’intervista sulla valorizzazione dell’estetica come principio dell’etica per segnalare ai lettori il disappunto nel constatare la netta impressione che i suoi concittadini non nutrono amore per la loro città, non le vogliono bene, non la rispettano, non la tengono di conto.
Dovrebbe suonare l’ora per Nuoro di un risveglio culturale, corale e coraggioso.
Ferdinando Pintor
