Il primo è quello politico. A metà gennaio il comitato di controllo sugli atti degli enti locali ha restituito al mittente la delibera con cui l'attuale consiglio comunale tentava di risolvere la situazione anomala ereditata dalle precedenti amministrazioni. In sostanza la giunta Forteleoni ha cercato di interrompere quel meccanismo per cui in questi ultimi anni il prezzo della strada, di variante in variante, è cresciuto a dismisura, superando l'ipotesi di spesa e il finanziamento iniziali. Da qui la decisione di interrompere i lavori a circa due terzi dal loro completamento e fermare la strada a Mughina anziché a Isporosile come previsto dal progetto.
Il Cocico non critica questa scelta, ma in sostanza chiede di sapere come mai il costo qi un' opera sia passato dai 57 miliardi iniziali ai 70 sin ora spesi quando della strada sono stati realizzati soltanto due terzi. E avanza dubbi sulle modalità dell' appalto. Dice, il Cocico: dagli atti in mio possesso risulta che l'appalto è del tipo a corpo", o "chiavi in mano" che dir si voglia. Così mi ha comunicato il consiglio comunale nella delibera d'approvazione del progetto e del capitolato d'appalto, nell'agosto del 1989, e così per me resta. Il Cocico si basa su atti, e questi atti, così dice nel provvedimento in cui chiede al comune una lunga serie di chiarimenti, mi dicono che l'appalto doveva essere consegnato "chiavi in mano" per la cifra complessiva di 57 miliardi.
Noi però sappiamo che in realtà l'appalto è "a misura", cioè tanto faccio e spendo e tanto mi paghi, altrimenti l'aumento dei costi non sarebbe giustificato. Ma com' è potuto accadere che la delibera inviata al consiglio dica che l'appalto è "chiavi in mano" e nella realtà sia avvenuto il contrario? La soluzione è tutta nel capitolato d'appalto, l'insieme di norme che regolano il rapporto tra il comune e l'impresa, dove sta effettivamente scritto che l'appalto è "a misura".
Solo che nella delibera di consiglio, ci spiega il Cocico (e non si può dubitarne, visto che tali atti sono il suo pane quotidiano), è scritto che l'appalto sarebbe dovuto essere "chiavi in mano". Cosa può essere accaduto in quello che, almeno in apparenza, sembra Iciò che a Napoli chiamano il gioco delle tre carte?
Il secondo fronte del caso circonvallazione sud riguarda la sospensione dei lavori. Tra impresa e comune non è stato firmato ancora niente riguardo allo stop a Mughina. Ma sarebbe davvero un male se i lavori dovessero proseguire. I soldi finirebbero dopo qualche centinaia di metri (restano soltanto tre miliardi), la città si ritroverebbe quasi certamente con un' altra incompiuta, la vallata di Isporosile verrebbe deturpata.
Il terzo aspetto della vicenda è quello giudiziario. Non è più un segreto che la circonvallazione sud sia al centro di un'inchiesta della magistratura, anche se dei risultati sinora si sa davvero poco. Sono frequenti le visite della polizia giudiziaria negli uffici del municipio per il sequestro di documenti che riguardano la strada, ma non risultano allo stato attuale avvisi di garanzia o provvedimenti di altro genere. Si sa solo che l'inchiesta riguarda gli atti delle amministrazioni che hanno governato la città dall' 89 sino al maggio del '95.
Perché ognuna di esse s'è imbattuta almeno una volta nella circonvallazione: dall' affidamento all'approvazione del progetto, dall' appalto dei lavori all' ultima variante da quindici miliardi.