Occorre creare alleanze, cercare candidati, mantenere alta la visibilità del proprio soggetto politico. Se questo è complesso per chi ha un partito organizzato, immaginarsi quanto lo può essere per coloro che intendono proporsi senza avere dietro una struttura già rodata.
È il caso di quanti, e sembrerebbero essere in tanti, vogliono proporsi come candidati senza essere indicati ufficialmente da uno dei due poli.
È il caso di Leone Soddu, già segretario generale della CISL e consigliere comunale nella passata legislatura, che si è autoproposto come candidato sindaco per il centrosinistra; in questo caso Renato Soru sembra aver fatto scuola, anche se le condizioni generali appaiono oggettivamente diverse. Soddu ha dichiarato la disponibilità a confrontarsi con altri candidati alle primarie, e nel contempo ha iniziato un personale tour fra i soggetti politici, sociali e religiosi per cercare consenso intorno alla sua candidatura.
Non è dato sapere il riscontro ricevuto. È però indubbiamente un percorso democratico e trasparente di scelta del leader, una novità per le elezioni amministrative. Per adesso i partiti del centrosinistra non hanno battuto ciglio e non ci sono state prese di posizione ufficiali su questa disponibilità. Dunque l’uscita di Soddu è veramente spontanea o c’è qualcuno alle spalle, fra i segretari dei partiti, che lo ha incoraggiato per mettere in difficoltà i compagni di coalizione?
Vedremo.
Certamente il silenzio sulla candidatura di Soddu non deve far pensare ad una situazione di inerzia dei dirigenti della coalizione che si richiama a Prodi. Il problema è che le elezioni amministrative non sono valutabili come caso a sé; vengono dopo le elezioni regionali e quindi servono come cassa di compensazione per quanto avvenuto in quella tornata elettorale, e precedono le elezioni politiche.
Ciò che è oscuro al semplice cittadino, è ben chiaro agli addetti ai lavori: si tratta su tutto. Non si può dunque pensare di negoziare la candidatura a Sindaco del Comune di Nuoro senza aver contestualmente stretto un patto che riguardi il candidato Presidente della Provincia e i candidati nei collegi uninominali di Camera e Senato. Naturalmente non si tratta solo sulle figure apicali, ma anche sugli esecutivi e sugli enti strumentali; ognuno deve sentirsi rappresentato; e siccome le candidature avvengono prima delle elezioni occorre cercare un preventivo equilibrio, tenendo conto dei risultati elettorali delle ultime regionali.
In questo quadro la presenza di Progetto Sardegna appare ingombrante; dopo un primo momento di insofferenza, i partiti storici del centrosinistra hanno deciso di fare buon viso a cattivo gioco. È cominciata, in particolare da parte di Margherita e DS una marcia di avvicinamento al partito di Soru, tesa a comprenderne le aspirazioni e quindi a guidarle e circoscriverle in ambiti che modifichino il meno possibile le ambizioni dei due partiti.
Vista in quest’ottica non appare peregrina l’idea di offrire a Progetto Sardegna la possibilità di esprimere il candidato Sindaco, anche in virtù del fatto che il movimento del Presidente della Regione è risultato, alle urne di giugno, il partito più votato in città. In cambio i due partiti-guida del centrosinistra potrebbero dare il nulla osta per le proprie proposte alle prossime politiche. Questo archivia le possibilità di Mario Zidda di essere confermato come Sindaco? Non è detto, anche perché al destino del sindaco ds è legato quello del Presidente della Provincia Francesco Licheri; sembra probabile che se uno non viene confermato non lo sarà neanche l’altro, quasi a dire “mal comune, mezzo gaudio”.
Questo percorso ha naturalmente anche degli oppositori, in primo luogo fra i personali sostenitori dei due leader, che vorrebbero conoscere il motivo della non riconferma. Se Zidda ha avuto una legislatura politicamente molto travagliata, Licheri, al contrario, ha governato fino a questo momento col consenso pieno della coalizione, dimostrato dall’ottimo risultato personale delle ultime elezioni regionali.
Il discorso per il centrodestra si assomiglia solo in parte; se da un lato le amministrative possono anche qui fungere da tempi supplementari per gli insuccessi delle regionali (vedi Pietro Pittalis e Bruno Murgia) e da prologo per le politiche, dall’altro c’è la peculiarità della forza centrista. UDC e Fortza Paris non sono disposte a riconoscere alcuna primazia a Forza Italia e AN, e per giungere alla leadership hanno scelto una strada alternativa, quella cioè di sostenere, con parole e opere, alcune liste civiche, la cui formazione sta maturando da qualche mese a questa parte. In particolare sembra gradita la candidatura a primo cittadino di Giuseppe Tupponi ex Vicesindaco socialista, silurato da Balia prima del voto regionale. Intorno allo stimato cardiologo starebbe crescendo un movimento trasversale ai due poli che potrebbe sconvolgere gli equilibri consolidati nell’ultimo decennio. I centristi del Polo lo sosterranno fino alla fine? Certamente stanno utilizzando questa carta come strumento di pressione verso gli ex maggiorenti del centrodestra per avere il riconoscimento dei nuovi equilibri maturati alle recenti regionali. In particolare l’UDC vorrebbe consolidare la presenza in città, mentre il partito di Silvestro Ladu punterebbe ad una maggiore visibilità in provincia. Anche qui vedremo gli sviluppi.
Si può essere soddisfatti di questi primi passi? Solo moderatamente; l’esigenza di novità nei metodi e nella sostanza è intercettata solo in parte, ma c’è tempo perché emergano altre importanti candidature e perché il dibattito esca dalla palude del piccolo cabotaggio e si inizi seriamente a parlare del futuro di Nuoro e della sua “nuova” provincia.