Non importa più chiedersi quale sia il terreno sociale e gli interessi che un soggetto politico intende rappresentare. Non importa più parlare di rendere ciascun sardo partecipe diretto e consapevole delle grandi scelte che il governo della regione dovrà intraprendere.
Quello che sappiamo è in realtà quello che non sappiamo: non conosciamo con certezza il nome dei candidati, e cosa ancora più importante, dobbiamo procedere alla ricostruzione dei programmi delle coalizioni come un investigatore in un caso molto complicato di omicidio: per indizi.
Quali implicazioni programmatiche avrà, per esempio, la decisione di Mauro Pili di passeggiare per le campagne sarde? La corsa no, ti fa sudare e se devi stringere mani, che schifo. Meglio la sana e italica passeggiata, questo lo posso capire; ma la relazione con la dilagante crisi economica? Sarà forse una metafora dell’uscita dall’obiettivo 1?
Io me lo vedo quest’uomo che cerca disperatamente un’idea, un simbolo; ed ecco che d’improvviso giunge dal cielo, (o da Arcore) un’ispirazione.
L’uomo imbocca la porta e comincia a camminare per le strade della Sardegna. Magari gruppi di sostenitori, prima sparuti poi sempre più numerosi, potrebbero cominciare a seguirlo (secondo me lui un po’ lo sperava).
Perché lo fai? Chiederebbero le genti. Boh, risponderebbe lui. E tutti dietro. Abbiamo un possibile candidato Forrest Gump che continua imperterrito per la sua strada (che poi finisce in mare, perché siamo un’isola). Ma lui niente, non si fa scoraggiare, si gira dall’altra parte e via fino all’altra sponda. Così fino al giorno delle elezioni.
Il self made man Mr Tiscali sconfiggerà i San Tommaso che si ostinano a nutrire dei dubbi sulle proprietà salvifiche dell’uomo nuovo di Sanluri?
Sappiamo che Soru e il centro sinistra sono in riunione, come nelle aziende serie (ATTENZIONE: quando Nuoro Oggi uscirà nelle edicole l’agglomerato chiamato centro sinistra potrebbe aver cambiato composizione, aggregandosi o disperdendosi a seconda delle sollecitazioni ricevute. Non potendo dar conto di tutte le modifiche che avverranno in futuro, assolutamente imprevedibili anche applicando le leggi della fisica e della matematica, considerate questa espressione come identificativa di un insieme vagante e mutevole).
Che brivido! Perché per me temi come rapporto tra locale e globale, post-democrazia e nuove forme di partecipazione, hanno perso la loro importanza di fronte al quesito dei quesiti: quali sono i margini di possibilità per raggiungere un accordo sulla possibilità di giungere a un accordo per decidere di riunirsi di nuovo? Menti superiori e accuratamente selezionate per l’occasione sono al lavoro per giungere a una chiara e risolutiva sintesi. Quando finalmente, tra due mesi, si deciderà l’ordine di posizionamento delle sedie, qualcuno, quello più sveglio, si alzerà e dirà: cavolo, tra un po’ si vota. Ci sarà il panico, poi qualcuno più volenteroso scriverà quattro banalità tipo: Ambiente più pulito, la Sardegna ai sardi, e le Donne (con la D maiuscola), un contentino alle donne glielo vogliamo negare? E poi, via a votare. Con buona pace per quei menagrami che pretendono di farci mantenere il senso critico.
Magari andrà bene, chissà. Ma se poi, nel frattempo, ci dimenticassimo come si fa ad avere delle idee vere? In fondo, la calda coperta del qualunquismo è così rassicurante.