Ho condiviso battaglie.
Mi trovo vicino su valori oggettivi. Mi trova distante questa antica voglia di Nuoro di essere più grande di tutti. Nuoro è splendida, ha valori grandi ma, mi sia permesso, non sempre assoluti.
A Torino eravamo in tanti quando Soru, ospite illustre, diceva che per fortuna il buon Dio non aveva distribuito l’intelligenza ne in longitudine ne in latitudine attribuendo un valore diverso ai mondi possibili. Una assemblea attenta apprezzò, da un giardiniere di un mondo diverso, questa affermazione.
Per noi sardi, spero per tutti, sembrava un segnale. Io mi spellai le mani. Lo slogan era I care. Non era È ma io desidero, voglio, insomma un sogno, un sogno da realizzare. Un passo difficile ma delizioso che era una forza infinita. Siamo tutti pieni di sogni.
Seguo, per ovvio interesse, le vicende politiche della Sardegna. Sono preoccupato di quanto non valga più alcun ruolo espresso nel rappresentare la gente. La stampa non aiuta a portare sereno.
Mi ha colpito l’ultimo numero vostro. Rappresenta idealmente quel che io sento dalla gente. Una estrema indecisione su come cogliere l’evento. Lo semplifico: Soru è utile o no? Soru farà bene alla politica e alla Sardegna? Semplifico con una frase antica: un popolo che ha bisogno di eroi non conosce la democrazia.
Da qui vorrei partire per esprimere un mio pensiero. Sono stato Sindaco di un paese dove non sono nato ed è stato un onore per me e un impegno nei suoi confronti di sicuro pieno di orgoglio e di soddisfazione.
Ovviamente, ti giuro, con massima onestà. I funzionari regionali, allora ma anche prima e anche dopo e forse anche in futuro, non ricevevano i sindaci se non dalle ore 11,00 alle 13,00 salvo diverse disposizioni in crescita piramidale, salvo diverse istruzioni anch’esse piramidali. Alla fine tutti alle piramidi. E ovviamente con prezzi alla cassa.
Alla cassa la solita, quella di sempre, quella che tu hai conosciuto, quella che vi ha fatto schifo, ci sono sempre gli stessi. Quelli di sempre, anche di oggi.
Sempre con i biglietti in mano, pronti all’incasso. Se qualcuno avesse la pazienza di controllare troverebbe soggetti sempre fissi o rappresentati dai familiari o dai loro segretari. Si può modificare tutto questo o solo chiederlo è stupido?
Al di là degli elettricisti e dei primari che invertono il ruolo c’è sempre qualcuno che manda tutti nel posto giusto, per lui, senza preoccuparsi se in quel luogo serva qualcuno qualificato. È un mondo funzionale al sistema, se così non fosse non basterebbero i forconi.
Ma c’è di peggio: il misero rappresentante di ogni istituzione è farabutto al pari di tutti e, quindi, sindaco, assessore o consigliere di ogni piccola comunità è simbolo e obiettivo del diffuso malessere e, pertanto, oggetto della pubblica o privata reprimenda. Casa, famiglia, averi, familiari sono punti di interesse per raggiungere l’obiettivo. Poi, come me, tanta gente, magari la stessa che ha votato il bamboccio, vuole il cambiamento.
Basta andare in giro e sentire che la presenza di Soru rappresenta speranza. Anche il popolo lo crede in modo diverso. Lo vedono in tanti come simbolo di catene spezzate. Non so se hanno ragione ma so che anche loro hanno un voto come chi lo avversa. E i giovani, quelli che non votano, sono attenti perché dietro Tiscali c’è un mondo complesso che loro conoscono.
Ma poi alla fine un concetto semplice: perché non sentirlo, magari anche voi, in specie i partiti, con i loro leader, e sentire che vuole. Se poi non va bene tutto è più semplice e c’è soluzione.
Mi ha, pertanto, stupito l’atteggiamento di chi dice di non conoscere la marmellata e se ne è inzuppato ignorando ogni concetto politicamente e moralmente sostenibile. Il presidente Masala è stato eletto in modo minoritario dalla sua stessa maggioranza. Uno dei suoi sostenitori è stato lo speaker di una alleanza, alla Fiera di Cagliari, bandiere Quattro Mori in primo piano, per un progetto che si chiama Sardegna Libera. Il tutto per fare una legge elettorale che ha trovato in Masala e il suo partito, ovviamente con i partiti grandi, principale oppositore a una legge che vedesse partecipi al governo della Sardegna i partiti minori.
Per questo che, senza parlarne, la gente accetta ogni novità: questo è il fallimento di chi ha fatto o non ha saputo far politica. Di chi non ha saputo cacciar via chi non vuole rinnovamento e che dice che Soru, e chiunque altro, non va bene perché vanno bene sempre loro.
Io non conosco Mister Tiscali, e mi preoccupa che sia solo la novità a farmelo apprezzare, ma ho paura che senza di lui o altri che mi diano speranza, quasi vicino alla vecchiaia, debba chiedere ancora sognare un posto di usciere.
Mi preoccupa che gente che ha conosciuto i massimi dirigenti della sinistra o dell’autonomia non sappia costruire quel mondo che ha sognato. Mi preoccupa che il mondo politico sia chiuso a quanti fanno un investimento nella elezione a Consigliere Regionale.
Ed ho paura che i dirigenti dei partiti abbiano bisogno di una garanzia come il listino regionale per la certezza della elezione diversamente non conseguibile. Mi terrorizza infine che tanti partiti di centro siano in attesa di sapere chi vincerà per passare il guado.
Ho paura che neppure la novità sia tale e stare sempre ad aspettare tempi migliori. Dopo tanta protesta ci vuole proposta.
Ho paura che ci sia poco spazio.
Voglio sempre sperare negli ideali. Altrimenti anche io e tutti, come mi sembra anche qualcuno di voi, chiediamo a Soru un posto il lista prima che lo chiedano i soliti noti. Se arrivano prima loro non c’è più di che parlare.