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Il centro della città affascinata dal ponte di Brooklyn ma i cittadini nuoresi non sono paracarri
 
La città si trova ormai da due anni imprigionata all'interno di una logica megaprogettuale.
Probabilmente per la vastità degli interessi che muove, questa logica ha fatto sì che si siano persi di vista gli infiniti obiettivi minimi che rendono sostanzialmente vivibile una città.
E così, mentre si litiga sulla cittadella, non ci si accorge della situazione degli asili nido, ove si registra per di più una crescita smisurata dell'iniziativa privata a causa dell'inadeguatezza di quella pubblica; mentre si litiga sulla circonvallazione, non ci si preoccupa di promuovere L'uso del mezzo pubblico con adeguati interventi (chiusura del centro storico, parcheggi nelle zone tra il centro e la periferia, parcheggi a pagamento ).
La produzione culturale langue, i giovani continuano ad avere come unico punto di riferimento e d'incontro la zona tra il Corso Garibaldi e i Giardini; i vecchi della casa di riposo attendono con ansia che vengano calati nel-loro-giardino-che-“tanto-nonusano” i duemila metri quadri di coperto promessi, che non serviranno a cambiare la loro vita se non per il fatto che essi avranno meno luce, meno aria, meno spazio, meno possibilità d'incontri.
L'Ortobene attende di conoscere quale sarà il suo destino: lottizzato e recintato o destinato nella sua interezza al cittadino? L'Ortobene non è poco per quel che rappresenta per la città e non solo per la città: eppure è là in attesa, paziente, già ferito e continuamente insidiato.
Ma l'interesse delle Forze Politiche Nuoresi (definizione coniata dal nostro collaboratore Nulla Osta) è rivolta altrove. Abbiamo già avuto occasione di esprimere su queste pagine il nostro punta di vista sulla esecrabile commistione tra politica e affari. Più volte ci siamo chiesti, e ci chiediamo tuttora, se il disegno della città nasca, come dovrebbe, dalla mente dei politici, che successivamente investono i tecnici affinché progettino tenendo conto degli indirizzi ricevuti; o se invece tale disegno sia spezzettato e discontinuo, quasi un collage, perché tale percorso logico è stato invertito. lnfatti, è diventata ormai prassi consolidata la consociazione di progettisti che, mettendo insieme le proprie tessere di partito, arrivano a creare maggioranze perfino dell'80%!
Ciò perché mai come ora gli organismi dirigenti di tutti i partiti sono popolati da tecnici che volta per volta si trovano, con notevole "imbarazzo", crediamo, a decidere "politicamente" e poi realizzare "tecnicamente" le medesime opere. Bene faceva il PCI, quand'era all'opposizione, a sostenere che fosse ora di piantarla con gli "interventi in deroga" al Piano Regolatore Generale, e che scelte di portata rilevante non potessero trovar spazio se non in un nuovo Progetto che comprendesse l'intero futuro sviluppo della città!
E bene avrebbe fatto il PCI al governo, per coerenza d'idee e di principi, per differenziarsi da forze politiche tradizionalmente antagoniste (e che non possiamo credere d'improvviso totalmente concordi d'idee e d'interessi), a mandare avanti l'Ufficio di Piano, per l'elaborazione del Nuovo Piano Regolatore Generale, più che singoli mega e midi progetti che lasceranno il segno condizionando lo sviluppo e la vita della città per i prossimi vent’anni e forse oltre. La giunta tripartito, non anomala ma diversa-perche-inedita, nasceva otto mesi fa, dopo mesi di estenuanti trattative all'ombra della cittadella, sulla base di un programma che, a onor del vero, molti conoscevano di nome (Programma), pochissimi nei contenuti. Questa nascita serviva di lezione a quanti ritenevano di essere "indispensabili" al governo della città, dimostrando che, sapendo cercare, esistevano vie diverse percorribili.
Fu, questa nascita, una vittoria sull'arroganza, la prepotenza, la presunzione di chi, abituato a gestire il potere da sempre, non metteva in dubbio che quest a abitudine potesse aver fine.
Ma, oltre la nascita, si trattava di vedere di che abiti la neonata coalizione si dovesse vestire.
Bene, noi abbiamo avuto allora l'impressione che quella giunta tripartito abbia perso una grossa occasione: quella di differenziarsi dalle precedenti e spazzare via i dubbi e le riserve dei cittadini sulla frettolosa corsa ai finanziamenti facili si-facciaquel-che-si-faccia, purché in fretta e senza pensarci troppo.
Si, perché se e vero che quella giunta ha avuto il merito, pur nella sua breve vita, di aver sbloccato annose questioni, dando risposte a numerosi cittadini, è anche vero che ha sposato di sana pianta un programma non suo, già impostato e portato avanti dalle precedenti giunte pentapartito.
In base a quali fatti nuovi, a quali considerazioni diverse, ci chiedevamo, PCI e PSd'Az si son fatti portabandiera di: circonvallazione sud, cittadella, megaparcheggi, ampliamento dell'ISRE a Sant'Onofrio, costruzione all'interno del giardino dell'ospizio, e cosi via?
Questi progetti, a nostro giudizio, per il modo in cui sono nati, per come vengono gestiti, per ciò che possono sottintendere, non sembrano originati da scelte consapevoli di partiti di sinistra, che danno ben diversa valutazione di argomenti quali programmazione e ambiente, chiarezza e trasparenza, ma da componenti non proprio rappresentativi dei medesimi.
Ora la Giunta di sinistra è laica. Notiamo particolarmente un fatto: in pochi mesi la Città ha avuto tre Giunte, tutte profondamente diverse fra loro: il Programma (San Programma, Divino Programma, Intangibile Programma) è rimasto sempre lo stesso. E va bene per tutti, questo programma, tant’è che la DC, ora all'opposizione, dà lezioni di savoir faire: "Volete approvare i mega-maxi-midi progetti? prego! accomodatevi pure! senza complimenti."
Ahinoi! Dove son finite le vecchie sane differenze nella pratica politica, che, da militanti di partito, siamo andati pur noi, casa per casa, a rimarcare?
Ci sembra emblematico, al fine di evidenziare strane INCOERENZE, l'''affaire'' della circonvallazione sud.
II PRI faceva parte della Giunta che diede il via all'iter procedurale riguardante il progetto di circonvallazione sud. Per ben due anni poi, gli esponenti dell'edera hanno assecondato il progredire del piano senza essere sfiorati dal benché minimo dubbio sull'idoneità dell' opera.
Ma "non siamo paracarri", disse in riunione di Consiglio Annico Pau; e, contestualmente alla nascita della giunta tripartito che collocava il PRI all'opposizione, questo partito, quasi svegliandosi da un sogno (sic!!!), si riscopriva improvvisamente ecologista, moralizzatore, e quindi, naturalmente contrario a questa circonvallazione.
A parte la questione dei paracarri, analogo discorso vale per il PLI ed il PSDI.
Lasciamo stare il "civico", che potremmo definire "democristiano di complemento", talmente asseconda le scelte della parte vincente della DC (ora questa ora quella).
Il PSI ha offerto uno degli spettacoli più indecenti di incoerenza.
Ancora alla fine del maggio di quest'anno, il capogruppo (o, la capogruppo?) socialista, nel corso di un'assemblea popolare promossa dagli abitanti del quartiere di Mughina, svoltasi nell'aula magna del liceo scientifico, sosteneva di essere "talmente affascinata dal ponte di Brooklyn", che il viadotto di Mughina le pareva pura poesia. Sottovalutava in questa sua dichiarazione il fatto che i Newyorkesi, per andare da una parte all'altra dell'East River, senza ponte non avrebbero alternative ad una bella nuotata. Soltanto tre mesi dopo il PSI dichiarava in Consiglio comunale la propria contrarietà a scelte che non tenessero conto dei valori ambientali, e non esprimeva voto favorevole.
Conversione? oppure: a) approssimarsi delle elezioni amministrative (aprile 90) e quindi b) salvare capra (occhiolino agli ambientalisti) e cavoli (circonvallazione, che non avrebbe comunque avuto problemi di approvazione dato lo strapotere della maggioranza di allora).
Ricordiamo che il PSI partecipa a pieno titolo al viaggio (della speranza) a Roma che servì unicamente a "strappare" al Ministro (DC) l'assenso per il finanziamento della circonvallazione sud attraverso i fondi della famigerata legge 64.
II PCI. Neppure abbiamo capito l'atteggiamento così integralmente favorevole del PCI, se ricordiamo che questo partito, pur non essendosi mai dichiarato espressamente contrario al progetto di circonvallazione, ha comunque sempre subordinato scelte di questo tipo a: I) elaborazione di un nuovo Piano Regolatore della città, per il fatto che un'arteria di tale portata col suo percorso determina di fatto il nuovo asse di sviluppo della città, e ciò ha un senso se la città sa e discute su quale dovrà essere questo sviluppo; ne ha un altro se queste cose le sanno o le ipotizzano solo pochi addetti ai lavori; 2) preventivo coinvolgimento degli altri enti e amministrazioni operanti sul territorio: non risulta (particolarmente significativi al riguardo gli interventi dell'Amministrazione provinciale) che ciò sia stato fatto; al contrario, si è cercato di forzare la mano ai diversi enti operanti sul territorio mettendoli davanti a situazioni di fatto compiuto (vedi pretesa di collegamento della circonvallazione sud con la nord).
Nè abbiamo capito il PSd’Az quando si è detto senza mezzi termini favorevole alla circonvallazione; e neppure quando, nel corso di una forsennata marcia indietro, ha comunicato, senza spiegare niente, che tutto sommato questa circonvallazione proprio non la voleva, decretando la fine della giunta tripartito. Riteniamo che, ancora oggi, il gruppo sardista stia cercando di interpretare i vari interventi fatti in quell’occasione dal proprio capogruppo: gli auguriamo di venirne a capo, anche perché siamo curiosi di sapere quale sarà la nuova posizione da sostenere all'interno della Giunta di sinistra e laica al momento della ricomparsa in aula per l'approvazione definitiva.
Forse, agli occhi di un'opinione pubblica che non tenga conto di quanto è avvenuto da quarant'anni in qua, chi esce meglio da questi eventi è proprio quella DC che, a pezzi per le vicende di cittadella e contorni, ha ritrovato unità ed omogeneità, attorno al suo ex-sindaco.
Dopo aver diviso, l'ex capo dell'amministrazione ha operato un miracolo di riunificazione sotto i pilastri di questa "sua" circonvallazione, che certamente (ma auguriamo il più tardi possibile) verrà chi amata Via Falchi.
E la DC ringrazia, sia chi le ha consentito nei decenni trascorsi di far nascere una città urbanisticamente (e scusate se è poco) senz'anima, senza passato e con prospettive ormai poco edificanti (o molto, a seconda del punta di vista) per il futuro; sia chi, assecondando passivamente scelte preconfezionate, le ha consentito di rifarsi una verginità e di ridarsi unità interna come mai da anni a questa parte era stato dato di vedere.
E tutto ciò a cinque mesi dalle elezioni.
Complimenti!
NUMERO /3
Anno 1989, n. 3
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