II resoconto dell'incontro e suddiviso in due parti: nella prima, l' Avvocato Pinna ci propone, in una premessa di carattere generale, una visione quanta mai chiara e precisa dei problemi che affliggono il nostro territorio; nella seconda parte, risponde ad una serie di domande poste da noi.
Prima parte.
E’ necessario inquadrare il discorso evidenziando tre problemi.
II primo problema e rappresentato dall'insularità interna di Nuoro e della Barbagia. Cosa voglio dire, parlando di insularità interna: che Nuoro è tagliata fuori dall'Italia e anche dalla stessa Sardegna. La prima cosa penosa che voglio ricordare, e che Nuoro è collegata (unico capoluogo di provincia) a Macomer da una ferrovia a scartamento ridotto.
Si è progettato di collegare Nuoro a Macomer attraverso Ottana (perché bisogna tenere conto di quello che e stato costruito a Ottana), dove si innesterebbe la strada ferrata a scartamento ordinario, nella dorsale Porto Torres - Sassari - Cagliari.
Finora non si è visto ombra di questo lavoro importantissimo. Prima, anzi, si pensava alla ferrovia Nuoro-Ottana-Abbasanta, diretta; ma allora Macomer sarebbe rimasta sempre con la ferrovia a scartamento ridotto. Questo è un gravissimo problema che deve essere messo in luce. La via migliore per rompere questo isolamento, e collegare Nuoro alla dorsale sarda; questo isolamento e disumano!
Secondo problema: forse anche più grave dal punta di vista interno: lo spopolamento delle campagne.
Sia intorno al Capoluogo, sia, ancora peggio, in Ogliastra. Bisogna avere uno sguardo aperto a tutto ciò che ci circonda e ci condiziona. Leggevo ieri l'altro sui giornali, che il generale lucci, comandante generale dei carabinieri, ha promesso il ripristino delle casermette dei carabinieri: orbene, io da mezzo secolo quasi, dal 1951, con una serie di articoli sulla Nuova Sardegna, parlavo dell'impossibilita di combattere l'abigeato ( non si parlava allora di sequestri di persona), ed oggi aggiungo: i sequestri di persona...
. . . le casermette dei carabinieri. . .
voce, la mia, risuonante nel deserto . . .
Gia nel 1951 io parlavo di posti fissi, di caserme dei carabinieri!
Ma il problema nostro non si risolve solo con le casermette. Bisogna popolare le campagne con ovili moderni, cascinali, fattorie.
Bisogna dire che non c'é lo Stato; e bisogna aggiungere: non c'é neanche la Regione.
Cagliari si mangia tutto; io, ne sono felice, perché Cagliari é Sardegna; e la capitale della Sardegna.
Una settimana fa, ho letto sui giornali che sono stati stanziati 200 miliardi soltanto per il porto canale di Cagliari: ed io ne sono felice. ma badiamo anche a Nuoro! pensiamo anche a Nuoro, alla Barbagia!
Orbene, io continuo a gridare nel deserto, perché non c'e lo Stato, ma non c'e neanche la Regione. Cagliari ci guarda da lontano:e noi vogliamo che si pensi anche alle nostre zone.
Quando si parla di criminalità in Sardegna (ho scritto dei libri, reperibili solo in biblioteca, oggi: Criminalità in Sardegna, "il pastore sardo e la giustizia", "Analfabetismo e delinquenza", "il memoriale di un penalista sardo", "Antologia dei poeti dialettali nuoresi"): ho appreso con piacere che in Consiglio Regionale qualcuno si e occupato della mia modesta persona, citando qualche brano. Ma, non pensare a ristampare, la Regione, che pure spende miliardi in questo campo, i libri appena citati, è assurdo.
Vediamo anche l'altro fattore che favorisce la criminalità: l'arretratezza economica, l'isolamento sociale, la solitudine del pastore.
L'Universita, a Nuoro.
Ho condizionato la mia accettazione della Presidenza dell' AILUN ad una modifica dello Statuto: va bene istituire la facoltà di Scienza dell' organizzazione; poi), ho chiesto che venisse aggiunto che l'imprenditorialità deve anche servire allo sviluppo agro-pastorale del territorio: perché questa è la situazione della Sardegna.
Solo un' Università che crei, non cattedre, ma studi su problemi reali, ha un senso. Siamo un popolo di pastori e di contadini; e serve l'imprenditorialità: fare del pastore un piccolo industriale, il creatore di un ovile modello, di una fattoria: popolare le campagne.
Allora si, si risolve il problema della criminalità: va bene rinforzare i carabinieri; mandare i carabinieri nel Supramonte.
Ma non basta. Bisogna andare all'essenza, alla profondità del problema. C'e assoluto bisogno di un gruppo come il vostro. Bisogna mettervi in condizioni di lavorare direttamente sull'oggetto della materia: i pastori, la campagna, il deserto.
Soltanto quando la campagna sarà vivificata, potremo dire di voler affrontare il problema della delinquenza organizzata.
Allora si spezzano le gambe ai sequestratori, perché trovano gente sulla loro strada, trovano ostacoli; trovano gente che vede, che guarda, che osserva, che racconta. Non parliamo di omertà: perché basta guardare il vocabolario per capire cos'e l'omertà: omertà, non e soltanto il silenzio dopo un fatto delinquenziale. Non e solo la bocca cucita.
Omertà è solidarietà, solidarietà espressa a chi delinque; non solo silenzio.
Il silenzio, si spiega con la paura: succede un delitto; nessuno ha visto, nessuno ha sentito. Quella non è omertà. Omertà è la solidarietà del camorrista verso il camorrista che ha compiuto un delitto. Verso un mafioso che ha commesso un delitto. Quella è omertà.
Ora, io sono a vostra disposizione per le domande che vorrete farmi; ed io vi risponderò secondo la mia esperienza 55ennale: e l'esperienza conta.
Contano certamente anche i principi, ma purché siano espressi, applicati da una vita vissuta.
Seconda parte
D. - Siamo d'accordo con Lei sulle cose che cosi chiaramente ha esposto, e, particolarmente: sull'isolamento interno, dovuto sopratutto alla mancanza di trasporti; sullo spopolamento delle campagne, che, oltre a creare un danno economico e sociale, da via libera a tutti i delinquenti che le governano.
Siamo d'accordo anche su un altro aspetto: ci mancano le risorse finanziarie e di professionalità per poter creare un nuovo sviluppo: le risorse finanziarie che si fermano a Cagliari, a Sassari, e non arrivano in provincia di Nuoro; inoltre, la professionalità manca, e manca anche l'Università.
Tutto questo non capita a caso. A me pare che Nuoro abbia esaurito una fase di grande sviluppo di idee, per cui non è più capace, o non si è dimostrata capace, di formare un nuovo gruppo dirigente che abbia, da un lato, la capacità imprenditoriale di vedute, di strategia politica; dall'altro, la cultura, le radici storiche. E' questo che manca, oppure sono lacci soltanto economici, cioè quotidiani? Non c'è una sottovalutazione dell'importanza della cultura, in senso lato, del nostro territorio?
R. Questo è un fatto fondamentale: e per questo che si voleva creare l'Università. Ma l'Università non ha trovato neppure la sede. Neanche, direi, un ripostiglio. Nulla.
E’ campata in aria. E' un'idea: bisogna farla fruttificare.
D. La provincia e il Comune, adesso, stanno mandando avanti l'ipotesi dell'Università pubblica . . .non dell'Università privata. Si stanno confrontando queste due ipotesi.
R. Sto seguendo attentamente questo dibattito. Ma ancora non si e giunti ad un accordo, ad una "fraternizzazione". Chi guarda da una parte, chi guarda dall'altra.
D. Lei ha parlato di spopolamento delle campagne. A Nuoro, ormai da anni, si parla solo di megaprogetti; la classe dirigente attuale vuole accentrare a Nuoro tutto. La cittadella sportiva; l'Università. Abbiamo una cittadina piccola piccola, assediata dall'esterno. A Nuoro, oramai, non si può più neppure camminare a piedi. Non si può, invece, ipotizzare una distribuzione di questi servizi in tutto il territorio provinciale? Lei prima parlava dell'Ogliastra, tagliata fuori; di Macomer, tagliato fuori. Perché non possiamo immaginare tante di queste cose distribuite su tutto il territorio?
R. Giusto, giusto. Abbiamo fatto un piccolo passo avanti con la galleria di Correboi; abbiamo notevolmente avvicinato l'Ogliastra a noi. Intanto si parla di un'apertura della galleria a breve scadenze. Ma c'è ancora tanto da fare. Bisogna arrivare al bivio di Arzana, a Lanusei. A Ilbono e a Tortolì, ad Arbatax.
Ma questi son lavori che richiedono an ni, anni, anni.
L' ANAS ha rinviato all'infinito. Ora, pare ci sia un atto di buona volontà.
Tornando al discorso, è giusto distribuire, non concentrare. Ma ora torniamo a Nuoro.
D. Avvocato, a proposito di Nuoro, Lei è stato, ed è, da tantissimi anni militante del partito socialista. Lei crede che le sinistre nuoresi abbiano delle responsabilità di fronte a questo stato di malessere attuale; crede che il fatto che i due pili grandi partiti della sinistra italiana a Nuoro non riescano a governare insieme, a stare insieme, pesi nel mancato sviluppo?
R. Non c'e dubbio. Io per primo, critico il partito socialista perche non ha fatto tutto quello che doveva fare. Craxi, che è un bel cervello, non arriva comunque a fare miracoli con i dirigenti locali. E il partito comunista ha le sue responsabilità.
I due partiti dovrebbero andare d'accordo; dovrebbero unirsi; dovrebbero fare una sinistra democratica a Nuoro. Chi ha le responsabilità?
Ambedue i partiti!
Ambedue i partiti hanno insieme delle grandi responsabilità. Pensiamo una buona volta a sanare, a metterci d'accordo, a non pensare soltanto alle elezioni: perche è quello che ci sgozza: pensare alle elezioni soltanto.
D. Torniamo un momenta alia questione dello spopolamento delle campagne. La questione dei pastori, che praticamente gestiscono l'economia cosi come quattromila anni fa, rifiutando qualsiasi cambiamento. Secondo Lei, in termini concreti., quali strumenti hanno e in che modo dovrebbero intervenire lo Stato e le Amministrazioni locali per arrivare a ricostituire quel ripopolamento delle campagne, e riuscire quindi a smuovere, a cambiare, a convincere il pastore ad imboccare strade diverse, più consone ai tempi.
R. Io avevo gia detto e ridetto che l'unica via è la cooperazione, il cooperativismo: non c'è altro rimedio. Il pastore è solo. Ha una mentalita individualistica. La cooperazione invece, spezza l'individualismo. Abbiamo fatto grandi progressi in tema di latterie sociali, in tema di cantine sociali; bisogna intensificare questo lavoro; e quando l'Università nuorese, nascente, propugna l'istituzione di una facolta di Scienza dell' organizzazione, ecco la via: organizzarsi, consorziarsi, mandare avanti le cooperative di produzione, di lavoro.
Abbiamo visto segmentare il problema: bisogna avere una visione ampia, generale, sostanziale, ma anche pensare per esempio, in tema di industria casearia, all'esportazione.
Non fermarsi alia produzione. Vi sono alcuni esempi, in tal senso. Oggi si sta facendo qualcosa a Gavoi, ma siamo agli inizi. Bisogna creare l'associazione dei pastori che fanno il pecorino sardo.
II vostro giornale deve farsi portatore di questi messaggi.
Questo problema, dell'individualismo, non è facile da superare, se non c'e l'intervento della Regione.
Esiste il problema della lingua.
La Regione non riesce a superare l'isolamento del pastore.
La fase della gestione del bestiame è sempre rimasta a livello individuale; solo sulle fasi successive si è arrivati alla cooperazione.
Io, nei miei libri, ho parlato ripetutamente di solitudine del pastore. Non ci sono alternative alia cooperazionc. Ma cooperazione seria, concreta.
D. Negli ultimi vent'anni in Sardegna abbiamo assistito al cosiddetto boom turistico, la Sardegna ha subito una trasformazione economica.
Nuoro, come sempre accade, è stata la minor beneficiaria. Oggi pero ci rendiamo conto che quel poco che abbiamo avuto ha cominciato a stravolgere il nostro ambiente.
Parliamo ad es. di parchi, di coste da salvaguardare. Lei come vede la possibilita di portare davvero ricchezza a tutti i sardi, col turismo, ma rispettando l'ambiente?
R. II turismo. Grande problema. Si e parlato tra l'altro di turismo equestre, con i cavalli; è una bella cosa; di turismo attraverso le sagre: è pure una bella cosa. Ma anche in questo campo l'ostacolo da superare è rappresentato dall'individualismo. Anche in questo campo, la via è quella della cooperazione, del fare insieme. C'è un bravo socialista di Oristano, Casula, Assessore Regionale al Turismo. Ha fatto qualche cosa di buono, ma non basta. Oristano, Cagliari, Alghero, e cosi via: ciascuno pensa a se stesso.
Bisogna creare industrie che attraggano il turismo, che potenzino il turismo.
Ma ciascuno sta operando per conto suo: è la Regione che dovrebbe intervenire in maniera più marcata.
Ma questo non avviene. Mi dispiace per i sardisti, che pure sono barbaricini.
Ma anche i comunisti, e noi socialisti, dovremmo muoverci di più, dovremmo intervenire di più.
D. Avvocato, ai giovani di oggi, qui di Nuoro, cosa diciamo? II mercato del lavoro è bloccato; la scuola sfasciata. Che prospettive possiamo offrire?
R. Non ce n'è. Non ce n'è. Anche voi potete fare qualcosa in questo senso, col vostro impegno. Certo che la situazione è scoraggiante, in tutti i campi.
II problema è sempre quello: spezzare l'individualismo.