Era inoltre presente anche il prof. Shigeaki Sugeta, della Waseda University di Tokyo, l'unico giapponese al mondo che parla il sardo. E non è cosa da poco se si considera che molti Sardi non parlano la propria lingua.
Il Convegno ha avuto una cornice prestigiosa, la più adatta per una manifestazione del genere: si è svolto nella Sala Convegni dell'Hotel Su Gologone, da poco ultimata.
Ciò che colpisce è l'architettura di questo complesso, mimetizzato tra il verde delle piante e il colore perlaceo delle rocce, nel pieno rispetto della natura circostante.
La costruzione si ispira all'architettura sarda, riproducendo lo stile delle vecchie case con loggiati, arcate, mezzelune, bicocche, travi in ginepro e soffitti incannicciati, nonché numerosi altri accorgimenti che, senza nulla togliere alla funzionalità del complesso, gli conferiscono quel sapore d'antico tipico delle vecchie case padronali.
La cura nella scelta dei materiali si rileva anche dalla pavimentazione dei vari ambienti, dalle piastrelle, dai balconcini col ferro battuto e da tutti quei particolari che riportano ai tempi passati.
Il tutto incastonato tra le pareti calcaree del Corrasi e il serpeggiante Cedrino che ivi si allarga inglobando le limpide acque sotterranee che sgorgano dalla sorgente del Gologone.
Si tratta di un chiaro esempio di come l'architettura mediterranea può essere valorizzata anche in ambienti distanti dalla Costa Smeralda, alla quale non hanno nulla da invidiare.
Ma anche un chiaro esempio di come i centri storici dei nostri paesi, che ancora conservano le strutture d'un tempo, possono essere resi abitabili con accorte modifiche fatte all'interno, nel rispetto dei canoni estetici della vecchia architettura, senza snaturare la fisionomia che avevano fino a cinquant'anni orsono.