L’impostazione che premiava l’impegno politico e para-politico con l’intima soddisfazione d’aver lavorato e costruito per la collettività a spese del proprio sacrificio personale, ha dovuto cedere definitivamente il passo al senso del “vil danaro”.
Anche per una certa parte del ceto dirigente della sinistra non è più peccato, se non arricchirsi, perlomeno creare per sé condizioni di agiatezza nel mentre che si fa politica.
Ma anche nel cosiddetto “immaginario collettivo” si sta facendo strada il pensiero matematico che dà valenza di uguaglianza all’equazione: povero = incapace; cioè, se hai un incarico pubblico e non riesci ad arricchirti, o perlomeno a raggiungere condizioni di agiatezza, sei proprio stupido.
Ciò in virtù non certo del fatto che i politici sono per definizione disonesti, che non è vero. Ma per il fatto che è vincente la linea che l’impegno politico in Amministrazioni, Enti, Consorzi, Comitati, qualunque esso sia, a qualunque livello di capacità venga eseguito, comunque venga eseguito, debba essere profumatamente retribuito.
È la sindrome del Manager, in base alla quale chiunque riesca ad occupare una Poltrona chiede che gli vengano riconosciute tout court la dote e la qualifica di dirigente d’azienda: Io Manager, tu pagare.
Premesso che:
1) tutti abbiamo diritto di riflettere a voce alta, perché nel suo piccolo ciascuno di noi paga di tasca per tanti personaggi che sono buoni Manager particolarmente di sé stessi;
2) al politico spetta dare gli indirizzi, spetta indicare quali obiettivi vuole raggiungere; l’essere Manager, seguire le direttive per centrare gli obiettivi spetta a chi dirige la struttura, che per questo viene assunto e regolarmente retribuito;
3) svolgere l’attività di indirizzo e di controllo sugli obiettivi non obbliga certo ad una presenza costante;
4) gli incarichi nei consigli di amministrazione di Enti, Consorzi, Comitati vengono ordinariamente assegnati come ex-voto per grazia ricevuta, non già per meriti specifici,
credo che s’imponga qualche riflessione. La legge regionale N°20/1995 titolata “Semplificazione e razionalizzazione dell’ordinamento degli enti strumentali della Regione e di altri enti pubblici e di diritto pubblico operanti nell’ambito regionale”, riguarda ERSAT, ESAF, EMSA, EAF, ARST, ERSU, CRAS, III, IZC, IZS, SSS, ISOLA, ESIT, ISRE, IACP, ma ha avuto influenza indiretta su tutta la miriade di Consorzi pubblici e para - pubblici della regione.
Questa legge, con titolo da seconda repubblica, ha ridotto è vero il numero degli amministratori degli Enti, Istituti, etc., ma ne ha ottuplicato i compensi.
Facciamo una considerazione: alcune persone sono chiamate ad occupare dei posti dirigenziali, con stipendio dirigenziale (per i presidenti dai 40 ai 65.000 € annui, per i membri la metà) senza alcun esame, senza alcun concorso, senza alcuna responsabilità, senza alcuna conseguenza se non quella, dopo l’eventuale raggiunto dissesto per possibile incapacità, di lasciar libera la poltrona nel mentre che la Pubblica Amministrazione (noi) ripiana i danni.
Seconda considerazione: Presidenti e Consigli di Amministrazione diventano doppioni della struttura amministrativa, pur senza averne (le eccezioni sono sempre casuali) generalmente la preparazione, spesso le capacità, talvolta i requisiti morali.
Terza considerazione: l’incentivo retributivo fa nascere il dubbio che molti siano attratti più dall’interesse bancario che dall’interesse reale per la cosa pubblica.
Proposta: perché il Consiglio Regionale non dà un segnale di svolta abrogando la Legge 20/1995, varando una nuova legge che attribuisca ai Consigli di Amministrazione solo poteri di indirizzo e di verifica, riducendo ai rimborsi spese e gettoni di presenza di modesta entità l’impegno di quelli che cesserebbero così d’essere chiamati, poco riguardosamente, “boiardi di stato”?
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Nel prossimo numero, se ce ne darà motivo, parleremo anche dell’Amministrazione Comunale.
Al momento ci pare che sui temi di valore: Urbanistica, Servizi, Ambiente (Monte Ortobene, Rifiuti differenziati, …), ci sia difficoltà a comprendere i problemi, a disegnare nuove prospettive e ad agire. Onestamente, questa Amministrazione non sembra in grado di guidare la Città, al di là delle giostrine.
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In questo numero affrontiamo il tema della violenza. Ringraziamo quanti hanno collaborato per aiutarci a spiegare, per aiutare a capire