L’assenza di strutture, attrezzature, servizi e finanziamenti non è casuale: deriva da una sottovalutazione cronica delle trasformazioni positive che possono essere introdotte nel tessuto sociale della città con investimenti culturali non occasionali o insignificanti ma adeguati alla qualità e all’estensione della domanda. E non intervenire è già una scelta, è firmare una delega in bianco ai mass-media e ai processi spontanei indotti dalle rapide trasformazioni in atto a livello socioeconomico.
E’ possibile voltare pagina? Può darsi, se almeno si inizia a discutere seriamente, sul come e cosa fare e con quali priorità.
1. Pur non volendo offrire alibi a nessuno è bene sottolineare che molti guasti sono effetto del permanere di una legislazione totalmente inadeguata in materia. La Giunta Regionale ha promosso diversi convegni e ha più volte manifestato l’intenzione di andare ad un superamento di leggi anacronistiche, prodotte negli anni cinquanta, che affidano alla discrezionalità dell’Assessore di turno la sorte di ogni singolo progetto.
Pensiamo in modo particolare alla L.R. n. 17/1950 "Erogazione di contributi per lo spettacolo e per manifestazioni culturali,..." e alla L.R. n. 64/1950 che disciplina l’erogazione di contributi alle biblioteche di Ente Locale. Al maggio del 1988 non è stata approvata una sola nuova legge riguardante le attività culturali, biblioteche e musei. E’ vero, non tutto è fermo, vi sono disegni di legge pronti o in via di definizione, ma stentano ad essere tradotti in legge. E per meglio capire la gravità del non intervento è utile ricordare che gli stessi meccanismi di erogazione dei contributi sulla base della legislazione attuale sono tali da scoraggiare le attività: i finanziamenti vengono accreditati anche due anni dopo la conclusione delle manifestazioni; non si ha certezza sull’ammontare del contributo; talvolta i contributi non arrivano.
E’ pura utopia o qualunquismo pretendere dalla Giunta Regionale l’approvazione di nuove leggi di settore prima della conclusione della legislatura?
Vi sono diversi fattori che premono in questa direzione: la diffusione e la vivacità dell’Associazionismo culturale, lo sviluppo dei servizi bibliotecari, la maggiore attenzione alla ricerca e valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Un forte movimento di opinione, alimentato dagli operatori degli Enti e delle Associazioni e dagli Amministratori più illuminati, può porsi quindi questo obiettivo, chiedendo agli organi d’informazione regionali spazio e sostegno adeguati.
2. Intanto (e insieme) si può proporre qualche suggerimento per le attività culturali dei mesi a venire, a Nuoro e dintorni:
a) Anzitutto che nei bilanci del Comune, Provincia e Comunità Montana del Nuorese siano previsti incrementi notevoli delle somme da destinare al settore.
b) In secondo luogo sarebbe opportuno contenere i contributi a pioggia e finalizzare invece buona parte della spesa alla creazione di Servizi qualificati da mettere a disposizione di Enti e Associazioni. Come, per esempio:
1) un Centro Audiovisivi, che abbia strutture, attrezzature e personale adeguato a sostenere la ricerca e la produzione, dalla fotografia al videofilm, dal diatape al documento sonoro (per quanti anni ancora dovremmo andare a Cagliari per montare un filmato?);
2) un Centro per le attività culturali. dotato delle attrezzature necessarie per ogni tipo di spettacolo (impianti audio e luci, palchi mobili, pannelli per mostre, ecc.);
3) un Centro Stampa (e/o opportune convenzioni con tipografie), per la stampa dei materiali informativi, degli atti dei convegni; per la diffusione della documentazione prodotta.
c) Terzo. Non sarebbe male prevedere:
1) incontri periodici, anche solo due volte all’anno, tra Assessori alla Cultura e responsabili degli Enti culturali per programmazione delle attività;
2) una conferenza annuale delle Associazioni.
E’ necessario infatti invertire la tendenza di questi ultimi anni e promuovere il massimo di programmazione e coordinamento degli interventi. Ne guadagnerebbe la qualità e il livello delle iniziative; l’intervento potrebbe essere diversificato così da realizzare un maggiore coinvolgimento della comunità nella fruizione dei prodotti culturali; forse verrebbe scoraggiata l’improvvisazione e premiati l’impegno e la professionalità.
d) Quarto: le attività culturali, ricreative, di ricerca e di dibattito necessitano di spazi adeguati e diversificati, per funzionalità e dotazione di mezzi. Quando potremmo disporre di strutture idonee? La situazione attuale è scandalosa, alle incompiute (Centro polivalente di Via Roma) si sommano i mancati interventi di restauro e adeguamento (Teatro Eliseo, Auditorium Biblioteca Satta, Anfiteatro). E’ possibile abbandonare la filosofia del mega-progetto per avviare un programma di ristrutturazione degli edifici pubblici esistenti, da destinare alla politica culturale degli Enti e delle Associazioni? O si vogliono occupare le colline intorno alla città con palazzi di cemento armato?
Non sarebbe inutile affrontare questi e gli altri temi in un convegno pubblico.
E’ la nostra proposta.