- NO - 45%
- SI - 30%
- SI è l'AILUN - 25%
Eppure il "prodotto" universitario che viene fornito a Nuoro dalle due Università di Cagliari e di Sassari è di ottima qualità: basterebbe dare un'occhiata ai programmi e al corpo docente che accompagna i ragazzi nei tre o cinque anni del corso di studi per rendersi conto che non sono lauree facili e che i docenti sono spesso di livello nazionale o europeo.
Ma allora cosa non va in quello che si candida ad essere il terzo Polo Universitario della Sardegna?
Finora non si è fatto altro che recriminare sulle due Università "madri", che non si sarebbero impegnate abbastanza nel far crescere il numero dei corsi di laurea a Nuoro o il livello della ricerca scientifica, e sulla Regione che darebbe i finanziamenti con il contagocce sia al Consorzio per la promozione degli studi di Nuoro (costituito nel 1990 tra Comune e Provincia) che alle due Università stesse.
Tutte lamentele che devono avere un fondamento di vero se oggi sono tutti scontenti: gli amministratori locali, la Regione, le Università e soprattutto gli studenti che non sanno come, quando e dove potranno finire la loro carriera scolastica.
È l'incertezza sul futuro di questa Università che ha determinato la scelta di molti studenti (e dei loro genitori) di scegliere altre sedi e altri corsi di laurea.
Ma non sarebbe, allora, conveniente per tutte le parti, anziché accusare e minacciare, rimboccarsi le maniche e ripensare a tutto il sistema universitario nuorese, riconoscendo che sono stati commessi degli errori, di ruolo e di funzione e soprattutto di poco impegno a crescere.
Il Consorzio per la promozione degli studi universitari della Sardegna centrale (Come tutti i Consorzi presenti in Italia per promuovere università locali) dovrebbe avere la funzione di collegamento tra Università collaudate ed il territorio, perché i corsi di laurea da attivare siano funzionali alle realtà locali, non solo, quindi, per strapparci alla cultura agro-pastorale, ma soprattutto come volano economico per un nuovo sviluppo.
Ed il Territorio deve dialogare con l'Università, servisene per la sua crescita, ma deve anche dedicargli risorse.
Funzione dei Consorzi Universitari è rendere possibile tutto questo creando l'ambiente adatto affinché si crei una comunità scientifica stabile ottenendo finanziamenti su specifici progetti elaborati con altre realtà locali economiche e non, come la USL, Consorzio Govossai, Consorzio Pratosardo, ERSAT, Camera di Commercio, Banche ecc.
Deve perciò avere una struttura amministrativa e tecnica che elabori i progetti e cerchi i finanziamenti: i progetti porterebbero i docenti e i ricercatori a stabilirsi sul posto, ma soprattutto darebbero lavoro ai neo laureati, facendo diventare attraente iscriversi ai corsi di laurea a Nuoro.
Se l'Università a Nuoro vuole essere riconosciuta meritevole dell'autonomia dovrebbe strutturarsi, almeno per il settore tecnico e amministrativo come un vero Ateneo per essere più efficace nell'organizzare le strutture e i servizi.
Per avere più iscritti, e quindi più numeri, deve ottenere più aderenza dei corsi di laurea alle vocazioni territoriali ambientali ed economiche, costituendo un Comitato tecnico e scientifico che studi le esigenze e le prospettive del mondo del lavoro e che contratti con maggiore forza con le Università sarde e con eventuali altre per ottenere ciò di cui le zone interne hanno bisogno.
Bisognerebbe avere un maggiore dialogo con i docenti universitari che devono trovare allettante venire a Nuoro non per gli incentivi economici, ma perché possono lavorare meglio e con più mezzi che a Sassari o Cagliari.
Cosa chiedere, quindi, alle due Università gemmate qui a Nuoro?
Dare agli studenti che si iscrivono e frequentano qui lo stesso livello di servizi offerto nelle sedi principali: casa dello studente, libri, riviste, Internet, tirocini, maggiore presenza del corpo docente in sede, formazione professionale post-universitaria, ma soprattutto un nuovo e rinnovato impegno ad avviare la Ricerca scientifica qualificata, qui in queste sedi, che hanno già dei buoni laboratori di base e a cui basterebbe pochissimo per essere funzionanti, portando qui stabilmente Ricercatori e Dottorati.
Non è poco, ma molte cose sono state già avviate, basterebbe solo un altro piccolo sforzo da parte di tutte le componenti in gioco per dare alla nostra intera Regione un'opportunità in più di crescita, perché se l'autonomia deve restare il traguardo finale, obbiettivo immediato deve essere una Università gemmata di eccellenza e non una Piccola Università Nuorese.
Molti soldi pubblici sono stati spesi in questo progetto, molti soldi delle nostre famiglie sono stati investiti sul futuro dei loro figli, nella certezza che studiare e lavorare in Sardegna sia non solo un obbiettivo possibile, ma un diritto che i nostri politici devono difendere e le Istituzioni devono sostenere ed incoraggiare: abbiamo fra le mani un buon "prodotto" bisognerebbe solo saperlo pubblicizzare meglio, dando la tranquillità ai ragazzi che studiano di "uscire" preparati da questi corsi di laurea e con la prospettiva concreta di un lavoro.