Il suo è stato definito un tour di ascolto per “raccogliere suggerimenti e valutazioni da portare poi all’esame degli stati generali dell’istruzione, che avranno luogo entro il 2001 per mettere a punto il progetto di riorganizzazione del sistema formativo in Italia”.
Ancora!? Si riparte….!… da zero?
Il discorso del Ministro, tenuto a Cagliari, ha mirato a evidenziare il progetto del governo di centro-destra, tendente “a garantire un diritto allo studio fondato non soltanto sulla norma legislativa quanto sulla libertà di scelta e di accesso alla scuola per gli studenti e le loro famiglie”, più che ad affrontare gli aspetti del ritardo storico della scuola sarda.
Un puro atto di cortesia? Si è limitata a parlare dei risultati modesti ottenuti dal sistema formativo nazionale.
“L’Italia risulta ventunesima nella graduatoria internazionale della preparazione scientifica dei suoi studenti e ventitreesima in quella matematica. Il costo per studente della scuola italiana é più alto del 15% rispetto alla media europea.
Eppure, soltanto il 40% della popolazione adulta ha un diploma di scuola secondaria, contro il 61% della Francia e l’84% della Germania. I tassi di dispersione universitaria restano da noi i più alti d’Europa: negli ultimi 40 anni, su quasi 10 milioni di giovani che si sono iscritti all’università, i laureati sono stati poco meno di 3 milioni”. Questi dati sono noti a tutti da anni.
Il vero motivo è che vuole abbattere questa scuola, per sostituirla col modello dei due governatori, Storace-Formigoni, e della Lega. Intanto, fino ad oggi tutti gli atti governativi tendono a martirizzare questa Scuola.
Oltre alla polpa, congelamento della riforma Berlinguer, che, frutto di anni di riflessione, studio e lavoro, si proponeva di dare qualche risposta su quel versante, ora si vogliono mangiare anche l’osso, art. 13 della Finanziaria. È facile dedurre che la qualità dell’esito formativo non è una delle priorità del Governo.
Non serve a nessuno nascondere che nella nostra Regione si continuano a registrare a ogni fine anno scolastico dati, nei vari ordini di scuola, compresa l’università, di gran lunga al di sotto di quelli citati dalla Moratti. Ma ciò sembra non interessare nessuno!
Come Sardi sappiamo bene che la nostra scuola reale è quella che in molti paesi non c’è più, è quella che non è raggiungibile dagli alunni per mancanza di mezzi di trasporto, è quella dalle strutture fatiscenti, è quella che perde di vista moltissimi giovani.
Infine, è quella che ha subito nel tempo il più totale abbandono da parte della sua classe politica.
Grazie, per il dieci in pagella!
Virtuale.