Tropici e amori, dolori e ricordi affollano le consegne di Melampu Camundu, solitario postino di un paese della Barbagia. Sono i figli di una diaspora originata dalla miseria a rimandare al mittente tracce della loro esistenza, sempre più rade, sempre più solitarie e irriconoscibili.
Ma i viaggi e le esperienze altrui possono servire a cucirsi addosso i voli che non si è mai vissuti, le terre mai conosciute, le labbra mai baciate. Un gioco che sembra lenire la disperazione della solitudine: la vita degli altri, tuttavia, non vale a ricostruire la propria. La storia del postino così, finisce per trasfigurarsi con quella della sua magica terra, della quale Niffoi - ricordiamo i suoi romanzi “Collodoro” e “Il viaggio degli inganni” - fa una scultura nelle pagine ad uso del lettore.
Al ritratto di altipiani e rupi, di cieli e villaggi confusi alle rocce si impasta quello del sudore delle mani, il ghigno dell’autorità, la voce dei ricordi e della Storia, la polpa dei frutti e del sangue versato.
Un tempo dittatore sembra vietare ai sentimenti di esaudirsi nel momento in cui sarebbero più necessari. Una sfasatura continua li inchioda alla premonizione, al ricordo, ma mai al compimento di se stessi.
Una scrittura che riesce ad essere evocativa e brutale, dolce e dirompente. Com’è lontana l’isola dei vip in yacht sulle splendide coste... Lontana come le apparenze, come gli amori impossibili e pagani, come il tempo che sarebbe potuto venire e non è mai venuto, nelle bizzose e incerte liti che il Nulla e il Kaos generano sulla testa degli uomini.
I fatti si attaccano come ventose al postino Melampu, e poi al lettore, non concedendo altro punto di vista che il suo, anche quando la palla del destino passa ad altre mani, coi segni della fatica come le sue. Occhi in prestito per guardare una vita che si affoga nell’incoscienza del vino, in quella dei ricordi, e poi della pazzia o della morte. Una costellazione di personaggi e soprannomi, una disperazione, quella del protagonista, alla luce della quale l’innocenza si specchia nel danno, il riscatto nella distruzione.
Luoghi dai nomi irreali, superstizioni, riti, risurrezioni. Nessuno tuttavia, leggendo questo romanzo, avrà la tentazione di dire che non è la verità.
