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Per uno sviluppo sostenibile
 
Da diversi anni la comunicazione relativa alle problematiche ambientali locali e globali, a prodotti e servizi “ecologici ed ambientali” è promossa in varie forme e con vari strumenti da una pluralità di soggetti, quali mass media, enti pubblici, aziende pubbliche e private e associazioni.
Tale comunicazione è troppo spesso caratterizzata da faziosità, unilateralità, superficialità e sensazionalismo.
I linguaggi, infatti, appaiono spesso eccessivamente semplificati o troppo tecnici, e comunque l’informazione in campo ambientale è composta da una mole di dati difficilmente comprensibili e leggibili dal cittadino e dal consumatore.
In particolare sono carenti l’analisi e la descrizione dei problemi, le cause e gli effetti, i possibili vantaggi e svantaggi, cioè le precondizioni di un’informazione puntuale e corretta.
Se a ciò sommiamo una programmazione del territorio superficiale e arrogante da parte degli amministratori locali che mal digeriscono le consultazioni preventive dei cittadini, il coinvolgimento organico dei portatori di interesse diffusi della società, il quadro che emerge è desolante e preoccupante. Occorre quindi ristabilire e ripristinare rapporti di dialogo e confronto che aiutino la classe politica locale a adottare scelte strategiche di programmazione del territorio, condivise e partecipate dalla popolazione.
Le nuove forme di concertazione degli ultimi anni per l’adozione di piani e programmi di intervento (patti territoriali, piani integrati d’area, programmi di sviluppo rurale Leader) sono segnali positivi di una maturazione delle parti sociali nel loro complesso ma nel XI secolo questo appare obiettivamente insufficiente per governare democraticamente spinte e interessi contrastanti soprattutto in merito a scelte ambientali e di sviluppo sostenibile. Dopo la Conferenza ONU su Ambiente e Sviluppo di Rio nel 1992 e l’approvazione dell’Agenda 21 (Programma di azioni per lo sviluppo sostenibile per il 21° secolo) sono state promossi progetti e iniziative per attuare processi di Agenda 21 Locale (A21L).
Il capitolo 28 della Agenda 21 recita testualmente “ …. Ogni autorità locale deve aprire un dialogo con i propri cittadini, con le associazioni locali e con le imprese ed adottare un’Agenda 21 locale.
Attraverso la consultazione e la costruzione del consenso, le autorità locali possono imparare dalla comunità locale e dalle imprese e possono acquisire le informazioni necessarie per la formulazione delle strategie più rispondenti ai bisogni della popolazione”. A21L costituisce un nuovo strumento di programmazione partecipata e democratica nell’ambito delle politiche di sviluppo sostenibile a livello locale. Da un lato presuppone un approccio interdisciplinare alla analisi dei problemi e alla definizione di politiche intersettoriali, Dall’altro introduce forme trasparenti di partecipazione e co-responsabilità degli attori locali in relazione al tema trattato (imprenditori, terziario, associazioni, scuole, anziani, giovani, enti).
Nel contesto di Agenda 21 Locale rivestono un ruolo strategico e propulsivo le Amministrazioni Pubbliche Locali che scelgono di intraprendere azioni per la sostenibilità e processi di A21L.
Può sembrare strano ai molti scettici ma le decisioni e le raccomandazioni dell’Unione Europea, il V° ed il prossimo VI programma d’azione ambientale riconoscono la necessità di sviluppare approcci dal basso che prevedano il coinvolgimento attivo del più ampio numero di attori istituzionali, sociali, economici e culturali nel perseguire uno sviluppo sostenibile.
In particolare La Campagna per le città europee sostenibili istituita in occasione della Conferenza di Aalborg nel 1994 ha dato un impulso notevole alla promozione di progetti e iniziative di A21L e di sostenibilità. Alla campagna hanno aderito moltissime amministrazioni composte da piccole città con meno di 20.000 abitanti. Nel 1999 45 Enti Locali italiani (regioni, province, comunità montane e comuni) hanno sottoscritto un documento di impegni denominato “Carta di Ferrara” con la nascita ufficiale del “Coordinamento A21L Italia”. Agenda Locale 21 intende perseguire un bilanciamento tra sviluppo economico-sociale e protezione dell’ambiente; intende creare un’armonia tra progresso economico e qualità della vita; raggiungere un accordo fra benessere sociale e conservazione della natura.
L’applicazione corretta di A21L prevede:
1. L’adozione di una delibera consiliare di adesione alla Carta Europea di Aalborg;
2. L’adesione al Coordinamento Nazionale A21L;
3. L’inizio del processo A21L con:
4. Una campagna di informazione e sensibilizzazione della popolazione sugli obiettivi di A21L;
5. La rilevazione sullo stato dell’ambiente del territorio;
6. La costituzione formale dei forum per gruppo tematico (es: Ambiente; Società; Economica)
7. Il coinvolgimento del personale interno alla amministrazione (Assessori e Dirigenti);
8. L’adozione del piano di A21L per obiettivi generali e obiettivi specifici.
Perché Agenda 21 Locale?
A me sembra che A21L comporta un impegno organizzativo, professionale e culturale del tutto nuovo per le Pubbliche Amministrazioni Locali e per i cittadini che sono primi attori di un processo partecipato per uno sviluppo sostenibile.
Penso ad esempio alla costituzione di forum tematici che condividono e scambiano saperi e competenze ma soprattutto aiutano a conoscersi e a superare diffidenze ed incomprensioni cristallizzate dal giuoco delle parti. Penso alla manifestazione delle diversità di valori e percezioni che saranno occasione di conflitto ma anche opportunità di trovare soluzioni creative e condivise. Penso al fatto che molti attori locali, oggi protagonisti faziosi e detentori di verità assolute, assumeranno precise responsabilità nella adozione delle scelte e nella attuazione di parte di programmi di loro competenza.
In generale il nostro territorio ha già una c.d. Agenda 21 Locale inconscia, grazie a madre natura, ma non posso sottacere che alcune emergenze non hanno ancora trovato risposta. I problemi posti dal vivere quotidiano nelle piccole comunità come le nostre possono e devono essere immaginati all’interno di un unico processo di gestione integrata.
Pensiamo a:
al risparmio delle risorse idriche; alla raccolta dei rifiuti, al risparmio energetico; alla attuazione di politiche agricole eco-compatibili; alla valorizzazione dei saperi locali e della identità culturale e linguistica; alla istituzione di aree protette; alla fornitura di servizi nelle comunità spopolate e ad alta dispersione scolastica.
E poi in assoluto, considerato il distacco fra classe politica locale e cittadini, un percorso di partecipazione democratica “dal basso” con la costituzione di forum formali e permanenti per tema faciliterebbe senz’altro il compito di chi oggi deve governare il territorio ridando fiducia alla gente. Le diffidenze, le proteste più o meno democratiche, le sacche di devianza sociale, devono emergere ed essere canalizzate in un contesto di democrazia sostanziale aperta alle molteplici diversità culturali e d’interesse.
Se A21L ha scoperto l’acqua calda ben venga Agenda 21 Locale. Inizieremo finalmente a parlare del nostro territorio con ponderatezza senza imporre scelte d’alto, mode o schemi culturali che mal si adattano alle nostre popolazioni ma a questo punto nessuno potrà sottrarsi dall’assumersi precise responsabilità nascondendosi dietro questo o quel gruppuscolo di esagitati e facinorosi, o quelle schiere di progettisti dell’ultima ora sempre pronti a confezionare schede finanziabili su misura.
Il problema non sono i finanziamenti pubblici e privati ma la capacità di rilevare i bisogni e quella di presentare proposte valide per il nostro territorio superando gli egoismi, i campanili, i personalismi.
Abbiamo un compito che è quello di garantire uno sviluppo sostenibile che soddisfi i bisogni del presente senza però compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri.
Anche Agenda 21 Locale ha le sue criticità. Il tentativo di trovare soluzioni all’italiana dove molti aderiscono e attivano le AA.LL. 21 e pochi realizzano ed operano concretamente. O il rischio di elaborare il c.d. “libro dei sogni” anziché orientarsi verso la politica dei piccoli passi che cercherà di attuare azioni e proposte concrete e visibili e ad alto valore aggiunto.
Occorrerà inoltre che l’impegno politico non sia altalenante garantendo la continuità del processo nonostante la frequenza degli avvicendamenti dei decisori politici. Così come il tema, che è apparso di recente nell’agenda politica del contesto amm.vo italiano, può essere visto con sospetto (in una logica di sottrazione di potere) e non come opportunità di innovazione trasversale.
Inoltre oggettivamente molti dei funzionari e dirigenti che si cimenteranno in A21L dovranno essere coinvolti organicamente, informati e formati sull’argomento. Nonostante un concreto aiuto alle politiche di governo locale e i risultati conseguiti nel miglioramento della qualità ambientale in Europa, Agenda 21 Locale stenta a decollare in Sardegna tranne che qualche rara eccezione (Comune di Alghero).
Sicuramente A21L comporta e comporterà un impegno organizzativo, professionale e culturale ma è altrettanto vero che costituirà in futuro un elemento di merito, molto considerato a livello nazionale e comunitario per reperire risorse finanziarie aggiuntive.
In questi mesi, nell’ambito di RAP 100 (sostegno agli enti locali e regionali impegnati nella programmazione negoziata e di sviluppo locale del mezzogiorno) il Formez sta realizzando un progetto di Agenda 21 Locale che mira ad elevare l’interesse e dare l’avvio alla sua realizzazione tramite un complesso di attività di informazione, formazione e assistenza che vede la partecipazione di Assessorati Regionali, Province, Comuni, Comunità Montane e Aree protette della Sardegna.
Inoltre è in corso di approvazione una linea di bilancio statale per il biennio 2000/2002 a sostegno dell’avvio di un certo numero di progetti di A21L in Italia.
Agenda 21 è dunque dedicata ai problemi più urgenti del nostro tempo e rappresenta un piano a lungo termine, centrato sulla sostenibilità per prepararci alle sfide del 21° secolo: la lotta contro la povertà; il cambiamento dei modelli di produzione e di consumo; le dinamiche demografiche; la conservazione e la gestione delle risorse naturali; la promozione di un ambiente sociale a misura d’uomo; la promozione di una agricoltura compatibile.
Agenda 21 Locale può essere una scelta prioritaria delle nostre amministrazioni locali per governare con il consenso dei cittadini il nostro territorio nell’ambito di uno sviluppo sostenibile.
NUMERO /5
Anno 2000, n. 5
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